
I carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Taranto hanno arrestato questa mattina quattro persone ritenute responsabili, a vario titolo, di traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e tentata estorsione aggravata e continuata in concorso. I provvedimenti restrittivi in carcere sono stati emessi dal gip del Tribunale di Taranto, Vilma Gilli, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Raffaele Graziano.
Gli arrestati sono: Giovanni Zonile di 24 anni, Antonio Catapano di 29, Giuseppe Axo di 32 anni, tutti di Taranto e Cristian Comis, nato a Cosenza ma residente a Taranto, di 25 anni.
Le indagini, avviate nel novembre 2017 dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla locale Procura, hanno fatto luce su un gruppo criminale operante nel capoluogo ionico, con epicentro nel rione “Italia”, dedito ad attività di traffico di sostanze stupefacenti e costituito da soggetti originari e residenti nel capoluogo ionico.
L’attività investigativa, scaturita da una denuncia presentata da un ragazzo ventenne, residente a Taranto, nei confronti di alcuni individui del luogo che da tempo lo stavano perseguitando ed opprimendo finanche tramite aggressioni fisiche, ha consentito di accertare che la giovane vittima negli ultimi anni avrebbe vissuto in uno stato di dipendenza ed assuefazione da sostanze stupefacenti che lo avrebbe indotto a rifornirsi con assiduità di droghe del tipo hashish, marijuana e cocaina. Tale stato di dipendenza lo avrebbe costretto ad acquistare e ricevere assiduamente dagli indagati le citate sostanza stupefacenti in vari quantitativi, nell’imminenza senza un corrispettivo in contanti a seguito di un accordo con i fornitori, nell’ambito del quale, avrebbe promesso loro di provvedere al pagamento entro i tre mesi successivi tramite il denaro ottenuto dai genitori. A seguito di forte indebitamento con i fornitori per una somma ammontante a circa 7.500 euro, gli indagati, determinati a riscuotere il credito vantato e dall’indole piuttosto violenta, avrebbero dato luogo ad una continua ed assillante oppressione tradottasi nel tempo in una serie di aggressioni, minacce e molestie. Il giovane tossicodipendente sarebbe stato forzatamente condotto in un condominio dove è ubicata l’abitazione di uno degli indagati, per essere successivamente trattenuto contro la sua volontà per diverse ore; in quel luogo sarebbe stato quindi legato ad una sedia, incappucciato nonché minacciato di morte anche mediante l’uso di una pistola se non avesse ottemperato nell’immediatezza ad onorare il debito. A seguito di quest'ultimo episodio, impaurito e temendo ulteriori atti aggressivi si sarebbe rifugiato in due distinte strutture alberghiere nel settentrione per alcuni giorni.
La rapida attività investigativa eseguita con la raccolta di testimonianze e pedinamenti, ha permesso ai militari di riscontrare le dichiarazioni del denunciante.
Nelle prime ore del mattino, l’ingente spiegamento di uomini e mezzi, è stato accuratamente schierato a cinturazione dell’intera area d’intervento al fine di garantire la necessaria cornice di sicurezza degli operanti. I circa 40 uomini agli ordini del Maggiore Tadoldi, Comandante della Compagnia di Taranto, hanno infatti, dapprima, bloccato le vie di accesso ad uno degli edifici “roccaforte” di una delle più importanti piazze di spaccio della zona di via Plinio - che ospita le abitazioni degli arrestati - e successivamente sottoposto a perquisizione le singole unità abitative. Le attività sono state notevolmente complesse in considerazione della particolare conformazione urbanistica della zona di operazione, che per certi aspetti rievoca gli scenari napoletani del ben noto quartiere “Le Vele” di Scampia (enormi edifici densamente abitati, sistemi di avvistamento a tutela delle piazze di spaccio, impraticabilità dei seminterrati e delle zone condominiali di uso comune, etc.). All’atto dell’irruzione all’interno degli appartamenti degli arrestati le unità cinofile antidroga hanno sin da subito segnalato ai militari conduttori la probabile presenza di stupefacente. Di fatti di lì a poco, approfondite perquisizioni hanno consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro:
-la somma contante di circa 4.800 euro, suddivisi in banconote di piccolo e medio taglio, abilmente occultati nel vano di un mobile presso l’abitazione di Catapano;
-un’ingente quantità di materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente consistente in buste di plastica, carta velina e bustine termosaldate.
L’operazione è stata convenzionalmente denominata “Plinio” in relazione all’omonima via del quartiere “Italia”, luogo di residenza di gran parte degli indagati, ove sarebbero stati perpetrati i delitti a loro contestati.
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