Mercoledì, 9 Luglio 2025

Giudiziaria

Tutti rinviati a giudizio, il processo si aprirà il 19 gennaio prossimo

Omicidio del cavalcavia, gli imputati rischiano l'ergastolo e il barista patteggia la pena

Il cavalcavia della Bradanico Salentina Il cavalcavia della Bradanico Salentina

La giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lecce ha rinviato a giudizio i tre manduriani, Vincenzo Antonio D’Amicis di 19 anni, Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi di 23, anni presunti autori dell’omicidio del 21enne di etnia rom, Natale Naser Bahtijari. A processo anche gli altri tre coimputati, il fratello della vittima, Suad Bahtijari di 29 anni, il nonno di D’Amicis, il 63enne manduriano Vincenzo Stranieri e il titolare del “Bunker bar”, Cosimo Molendini di 34 anni, che rispondono di reati connessi all’omicidio avvenuto a Manduria nella notte tra il 22 e 23 febbraio scorso. Dovranno comparire per il dibattimento il 19 gennaio del 2024 nell’aula della Corte d’assiste di Taranto. Il barista Molendini che ha chiesto il patteggiamento dovrà invece presentarsi davanti al giudice il 7 dicembre prossimo per concordare la pena assistito dal suo avvocato, Nicola Marseglia.

I difensori dei tre sospettati di omicidio, avvocati Franz Pesare, Lorenzo Bullo e Armando Pasanisi, avevano chiesto il rito abbreviato che in caso di condanna avrebbe comportato uno sconto di pena di un terzo ai propri assistiti ma la giudice Giulia Proto ha respinto tale ipotesi tenendo in considerazione le aggravanti sull’omicidio che prevedrebbero l’ergastolo incompatibile con il rito alternativo. Per il 63enne Stranieri, ex boss e cofondatore con Pino Rogoli della sacra corona unita, gli avvocati Bullo e Pesare avevano chiesto l’abbreviato condizionato ad una perizia fonica per verificare l’attendibilità dell’accusa che attribuisce all’imputato alcune parole di minaccia rivolte alle due amiche della vittima nel momento in cui, insieme al nipote, si sarebbe impossessato della loro auto. Questo perché l’ex boss ha una evidente difficoltà a parlare causa un intervento chirurgico alla laringe per un tumore. Anche per lui la giudice Proto ha escluso la possibilità di rito alternativo.    

I tre maggiori imputati, D’Amicis, D’Oria Palma e Simone Dinoi, rispondono di concorso in omicidio pluriaggravato dal nesso teleologico, dai motivi futili, dall'aver adoperato sevizie, dall'avere agito con crudeltà e dal metodo mafioso; tentata distruzione e/o soppressione di cadavere; concorso in porto in luogo pubblico di armi da punta e da taglio; concorso in detenzione illegale di arma comune da sparo con matricola abrasa e canne mozzate e relativo munizionamento; concorso in ricettazione di arma comune da sparo provento del delitto di alterazione di arma, nonché del delitto di cancellazione, contraffazione e alterazione dei numeri di matricola.  Per D’Amicis e Dinoi anche l’acquisto e detenzione di sostanza stupefacente e per il primo anche il furto aggravato.

Stranieri è accusato di rapina in concorso con il nipote, dell’auto con la quale il giovane rom si era recato a Manduria affidandola a due amiche che lo aspettavano in piazza.

Molendini è sospettato di aver favorito il delitto cercando di cancellare prove dello stesso lavando con la varichina le macchie di sangue lasciate nel locale dove sarebbe avvenuta una prima aggressione della vittima.

Infine il fratello Suad Bahtijari di 29 anni, difeso dall’avvocato Benedetto Scippa, è accusato di aver ceduto 100 grammi di cocaina ai tre principali inquisiti.

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