
Questa mattina nella Prefettura a Taranto, in occasione della “Giornata della Memoria” che ricorda la liberazione dei deportati dai campi di sterminio nazisti, verrà consegnata una medaglia d’Onore all’ex soldato di sanità Cosimo Pizzi nato a Manduria il nel 1922. A ritirarla sarà sua nipote Cosima Pizzi. Tale riconoscenza è stata istituita dal Presidente della Repubblica come risarcimento morale per la sua deportazione ed internamento nei campi tedeschi, perché all’indomani dell’armistizio si rifiutò di collaborare con l’esercito nazista.
La nipote nei giorni scorsi ha voluto dedicare una lettera a suo nonno.
«Per te - scrive - non c'erano nemici da combattere, per te c'erano giovani uomini come te, che amavano la vita. In un certo senso eri stato accontentato, cercavi di salvarle le vite, avevi imparato a fare l'infermiere, mestiere che hai presto dimenticato, anzi tu gli ospedali li odiavi. Chissà cosa hai visto con quegli occhi, quali atrocità hai dovuto nascondere nel tuo cuore».
«Ti condussero nello Stalag VI-C - racconta la nipote di Pizzi - e poi trasferito pochi mesi dopo nel VI-J a Fichtenhain. Giovani uomini lontani chilometri e chilometri da casa, abbandonati in baracche sporche, rigide e spogliate da ogni sentimento di compassione. Voi eravate quelli del no, quelli che dovevano essere sfruttati fino allo stremo dai lavori forzati, quelli che si rifiutarono di combattere, quelli che non aderirono alla Rsi (Repubblica Sociale Italiana) di Mussolini. Il tuo è stato un no di coraggio, un no dettato dal rifiuto del regime, un no detto a quella guerra che non sentivi tua e che ti portò lì lontano da casa. Un no che aveva il sapore della libertà».
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