
La Corte d'appello di Taranto ha assolto con la formula piena tutti gli imputati del processo nato dall'inchiesta sui presunti illeciti nella gestione del Gruppo di azione locale, di cui il comune di Manduria è capofila, tra il 2011 e il 2012.La Corte, presieduta dal giudice Antonio Del Coco, quindi ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva condannato tutti con pene comprese tra un anno e otto mesi e tre anni e otto mesi di reclusione oltre all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Dopo undici anni di indagini e otto di processo, una liberazione per i manduriani Patrizia Perrucci e il fratello Piero Perrucci, funzionaria del Gal la prima e commercialista il secondo, il perito agrario Giuseppe Miccoli, l'imprenditore Cosimo Carrozzo e i due consiglieri comunali dell'epoca, Giovanni Prudenzano e Vincenzo Andrisano, quest'ultimo componente del Consiglio d'amministrazione del Gal quale rappresentante del comune Messapico, assistiti dagli avvocati, Franz Pesare, Fabio Falco, Lorenzo Bullo, Giuseppe Argentino del foro di Taranto e Martina Manfreda e Antonio Conserva dell’Ordine forense di Brindisi.A vario titolo gli imputati rispondevano di concorso in corruzione, abuso d'ufficio, favoreggiamento e calunnia, questi ultimi due capi d’imputazione, a carico di Carrozzo e Andrisano, cassati per prescrizione. Assoluzione ampia, invece, per i fratelli Perrucci che con la difesa dell’avvocato Pesare hanno ottenuto nel merito l’assoluzione finale dopo dieci anni di un’inchiesta che ha sconvolto loro la vita professionale e rovinato i rapporti sociali.
Il processo è quello nato dall'inchiesta sulla gestione dei 24 milioni di euro di fondi regionali e comunitari per lo sviluppo culturale, rurale e turistico del territorio dei dieci comuni a cavallo delle province di Taranto e Brindisi.Perno principale dell'inchiesta, l'ex operatrice a contratto del Gal, Patrizia Perrucci e suo fratello Piero, commercialista. Quest'ultimo, secondo l'accusa, sarebbe stato favorito dalla sorella a prendere incarichi per la cura delle pratiche di finanziamento delle aziende che partecipavano al bando con la promessa di ottenere gli stanziamenti a fondo perduto. Avrebbero contribuito a questo, sosteneva sempre l'accusa, anche i due consiglieri comunali accusati di aver spinto le imprese a rivolgersi al commercialista amico.Gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti e vittime di pregiudizi e di errate interpretazioni del loro operato.
A far scattare le indagini condotte dal pubblico ministero della Procura ionica, Enrico Bruschi, che si conclusero con sette avvisi di garanzia, era stata la denuncia che Andrisano presentò ai carabinieri nei confronti dell'allora presidente del Gal, Ernesto Soloperto.Il consigliere accusava il presidente di aver reso dichiarazioni lesive della sua reputazione durante una seduta del consiglio di amministrazione. In quella occasione Soloperto lo accusava di aver indotto un imprenditore interessato ad un finanziamento ad avvalersi della consulenza del commercialista Perrucci fratello della funzionaria del Gal. Accusa durata otto anni e rimossa solo ieri, per lui e per tutti gli altri, con l'assoluzione della Corte d'appello «perché il fatto non sussiste».
N.Din.
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1 commento
Marco
sab 12 febbraio 2022 07:55 rispondi a MarcoLa salute mentale e fisica viene prima dei soldi 🧟