Non c'è due senza tre (la sindrome del vice)

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Non c'è due senza tre (la sindrome del vice) | © n.c.

Con il passaggio di due consiglieri comunali nel gruppo degli ex Verdi, cioè nel gruppo dei 4 eletti nella lista di appoggio a Pecoraro, Città Più, si vuole raggiungere sicuramente un obiettivo immediato. Potrebbe essere l'estromissione dalla Giunta del Vicesindaco, Mariggiò, percepito come uomo di Pecoraro. Non ci sarebbe niente di nuovo in questa operazione: sarebbe invece tutto un dejà vu. Torniamo infatti un attimo indietro e cioè alle elezioni amministrative del 2010. Si tennero il 28 ed il 29 marzo 2010.

Vinse Paolo Tommasino, il milanese. La lista del Popolo della Libertà ottenne 3826 voti ed il primo degli eletti fu Gregorio Capogrosso con 403 voti. Il consigliere Capogrosso entrò in Giunta con l'incarico di vicesindaco. Dopo poco tempo fu estromesso dalla Giunta e dovette tornarsene a casa. L'iniziativa fu presa dal sindaco. Stessa sorte toccò al vicesindaco di Roberto Massafra. Nel 2013, il 26 ed il 27 maggio, si tennero le elezioni amministrative e fu eletto sindaco Roberto Massafra. La lista Noi Centro con Ferrarese, di appoggio a Massafra, ebbe 1175 voti ed il primo degli eletti fu Muscogiuri Nicola con 209 voti.

Fu nominato Vice Sindaco, ma durò in carica molto poco. Per iniziativa dei suoi stessi compagni di partito fu estromesso dalla carica e quindi dovette anche lui tornarsene a casa. Il sindaco non si oppose alla cacciata, si limitò a prendere atto. L'estromissione di Mariggiò, se dovesse avvenire, non sarebbe quindi una novità, ma sarebbe la terza volta per un vice sindaco. Di solito si dice che non c'è due senza tre.

Enzo Caprino

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