
È arrivata ieri pomeriggio a San Marzano di San Giuseppe la salma di Mario Pisani, una delle sette vittime della strage della centrale idroelettrica di Suviana, provincia di Bologna. Il sindaco sammarzanese, Francesco Leo, ha proclamato il lutto cittadino per tutto il tempo dei funerali che si terranno oggi alle 16 nella chiesa madre San Carlo Borromeo in piazza Milite Ignoto. Il feretro con l’imprenditore 73enne originario di Taranto, è stato sistemato nell'ex abitazione della vittima dove è stata allestita la camera ardente. Il primo cittadino di San Marzano di San Giuseppe, ha emesso un'ordinanza sindacale nella quale si sottolinea che la morte di Pisani «ha coinvolto emotivamente tutta la cittadinanza» del paese residenza della vittima e quindi si è ritenuto doveroso rappresentare il profondo cordoglio dell'intera comunità sammarzanese e la partecipazione al dolore della famiglia della vittima scomparsa prematuramente». L’ordinanza dispone dunque per i negozi saracinesche abbassate «in segno di lutto» così come le «bandiere esposte negli edifici pubblici saranno listate a lutto». Pisani lascia la moglie, tre figli e cinque nipoti. Il rito funebre per il quale è prevista una forte partecipazione della piccola comunità del versante orientale della provincia di Taranto, si terrà in concomitanza con le esequie a Sinagra, provincia di Messina, di Vincenzo Franchina, il più giovane tra le vittime di Bargi.
Mario Pisani, ex dipendente Enel, era titolare di una srl, la Engineering con sede a Mele (Genova), ed era impegnato come consulente nel sottolivello della centrale elettrica dove è avvenuta la tragedia. Il copro di Pisani è stato tra i primi tre ad essere ritrovato tra le macerie dell’esplosione, primi anche ad ottenere dalla Procura della Repubblica di Bologna che indaga sulla loro morte il nulla osta per i funerali. La famiglia Pisani, all’indomani dell’infortunio mortale, aveva incaricato l’avvocato Valerio Rochira per «essere lasciata libera di vivere con intimità e riservatezza il proprio dolore». Sempre attraverso lo stesso avvocato la vedova e i figli hanno voluto chiarire il ruolo e la presenza del proprio congiunto nella centrale dove si è verificata la tragedia. «Mario Pisani – si legge in una lettera inviata ai giornali -, era amministratore unico della Engineering Automation Srl ed era un imprenditore altamente qualificato e di enorme esperienza. È stato un grande lavoratore sino all’ultimo secondo della sua vita ed ha sempre anteposto gli interessi degli altri ai propri e mai e poi mai avrebbe messo in pericolo la vita dei propri ragazzi (che amava come figli), o la propria». Una precisazione necessaria per smentire le voci circolate nei giorni scorsi che la indicavano come «un pensionato con partita Iva». Tesi questa portata avanti ancora in alcuni ambiti sindacali per denunciare la presunta posizione lavorativa anomala delle persone presenti nei piani sottostanti nella diga.
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