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Cronaca

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L'odissea di una manduriana: tre anni d'attesa per una risonanza nel pubblico

La prenotazione La prenotazione

Tre anni d’attesa per una risonanza magnetica con la «mutua». Più di mille giorni prima di conoscere la causa dei disturbi accusati da una manduriana di 73 anni che si è confrontata così con un sistema sanitario pubblico che non è in grado di dare risposte. A meno che non si voglia pagare, potendo così accedere a percorsi molto più veloci se non addirittura rapidi. 

Ma veniamo al racconto. La donna che ha superato da poco i settanta senza mai avere grossi problemi di salute, da qualche mese accusa tremori diffusi, strani, preoccupanti. Così decide di rivolgersi al suo medico curante che le prescrive una serie di accertamenti. Primo tra tutti, una risonanza magnetica all’encefalo, l’unica in grado di fare diagnosi e scoprire le cause del fastidioso disturbo che potrebbe essere il campanello d’allarme di una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale. Ricetta rossa alla mano, ha incaricato la figlia di prenotare l’esame sul portale «Puglia salute» che ti permette di avere il quadro completo delle disponibilità in tutte le Asl della regione. Qui la prima sorpresa: liste bloccate nelle strutture della sua provincia di residenza, Taranto, così pure in quelle di Lecce e Brindisi. L’unica finestra territorialmente più vicina (altre date più vicine si trovavano nella lontana provincia di Foggia), è quella di Bari, ma deve mettersi in coda e attendere sino al 23 febbraio del 2027. C’è anche l’orario: 13,20, che sembra un insulto rispetto alla lunghissima attesa di tre anni. Non potendo attendere così tanto prima di sapere il perché di quei disturbi che man mano diventano sempre più evidenti, ha deciso di percorre la strada delle prestazioni sanitarie in regime di libera professione e qui, accedendo sempre personalmente al sistema di prenotazione on line del portale Puglia Salute, «Attività libero professionale intramoenia» (Alpi), ha scoperto che le porte si sarebbero aperte, addirittura dopo qualche giorno: il 25 marzo, domani, al Policlinico di Bari o il giorno dopo all’ospedale San Severo in provincia di Foggia. Ticket, però, salatissimo: 335 euro il primo, 200 il secondo. 

«Non ci ho visto più, per una pensionata al minimo ci è sembrato esagerato pagare cifre simili», è stato il commento della figlia della paziente che ha deciso di attendere la fine del mese quando, così come le è stato detto, si potrebbe aprire qualche finestra in caso di rinunce. La delusione e la rabbia della famiglia manduriana sono sentimenti doppi perché l’ospedale della loro città, il Marianna Giannuzzi di Manduria, possiede una macchina per la risonanza magnetica nucleare di nuovissima generazione, montata non più di quattro anni fa, lasciata praticamente inutilizzata per mancanza di medici radiologi. «Sono sicura che pagando anche qui le ragnatele scomparirebbero», commenta la signora che se non si sblocca la situazione alla fine del mese, sarà costretta a tirare fuori i risparmi che scoprire la sua malattia. «Lo fanno apposta perché sanno che nessun essere umano può aspettare tre anni prima di conosce di cosa soffra, per scoprire, magari, che si sarebbe potuto fare qualcosa se si fosse arrivati in tempo alla diagnosi».  

Nazareno Dinoi su Quotidiano

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6 commenti

  • Rt
    lun 1 aprile 07:12 rispondi a Rt

    Colpevole il sistema ma colpevoli gli egoismi di noi italiani. Sempre pronti a chiedere, reclamare diritti e scordare i doveri e la "gratitudine" Si lascia il pubblico aumentando la crisi per costringere i malati a rivolgersi al privato. Studiare in Italia è in buona parte nei costi a carico dei contribuenti A volte nell'intero costo. Un nostro conterraneo ha appena mollato il pubblico per guadagni maggiori. Ha scordato però che essendo povero di famiglia e bravo ha ricevuto alloggio essendo fuori sede e borse di studio per vivere con costi a carico di quei poveri contribuenti che ora obbliga a rinunciare a parte della misera pensione per essere curati da lui. È nei fatti egoismo e mancanza di doverosa gratitudine, mi viene in mente il nostro vecchio proverbio: Cerca pani a ci l'è minatu e no' a ci l'è circatu!

  • Mario
    mar 26 marzo 13:58 rispondi a Mario

    Essere clandestini,si ha priorità e non si paga

  • Pina
    mar 26 marzo 08:15 rispondi a Pina

    Io a ottobre 2023 ho prenotato la risonanza all'encefalo presso lo sportello in via x uggiano, sulla richiesta il neurologo ha indicato con la lettera D (se non sbaglio) che indica che la prestazione deve essere eseguita entro 60 giorni. L asl mi ha chiamata dopo 4 mesi e l'ho fatta alla clinica Bernardini il 12 marzo. Anche io avevo provato a prenotare tramite il portale ma non c'era possibilità

  • R&R
    mar 26 marzo 00:33 rispondi a R&R

    Il problema è che paghiamo il servizio sanitario nazionale,ormai si sta arrivando dove voleva zio berlusconi alle privatizzazioni, così solo chi ha soldo si cura...siete dei porci

  • Immacolata Mariggió
    mar 26 marzo 00:10 rispondi a Immacolata Mariggió

    All'americana: se paghi, ti curi. Fatelo sapere ai nostri governanti che continuano a ripetere il mantra de "l'Italia va alla grande, l'Italia é una delle maggiori potenze europee, l'Italia ha un ruolo di primo piano nel mondo, in Italia va tutto bene, in Italia siamo all'avanguardia, in Italia si va alla grande".... eccola qui la realtà in Italia...la gente non può piú permettersi di curarsi e questo ovviamente non preoccupa nessuno dei politici perché loro non hanno di questi problemi, tra i tanti privilegi loro hanno pure questo: la risonanza riescono a farla quando gli serve e non magari quando sono già morti.

  • Lucia
    lun 25 marzo 08:43 rispondi a Lucia

    Questo è il gioco dei ladroni di stato.Ti fanno pagare tasse sulla pensione e poi ti rifanno pagare x avere i tuoi diritti.Signora ance se a Manduria ci sarebbe un radiologo sarebbe lo stesso. Da come vede in tutta la Puglia non esce niente..Putin gentilmente arrivi anche in ITALIA.?Grazie

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