
Nelle vicinanze della Salina dei Monaci, nascosti sotto alcuni arbusti tipici della nostra macchia mediterranea, sono stati individuati alcuni rari esemplari di orchidee salentine. Si tratta di alcune varietà di Serapias vomeracea, Serapias apulica subsp. Brundisina, di colore bordeaux con delle sfumature viola, Ophrys bertolonii Moretti dai meravigliosi fiori rosa che, per la loro lucentezza sembrano fatti di cera e alcuni esemplari di Ophrys incubacea dal fiore scuro e vellutato, non più grande di mezzo centimetro. Sono piante della famiglia delle orchidee, con caratteristiche comuni a quelle tropicali per loro conformazione, ma si differenziano da queste, perché se pur di una bellezza incantevole, sono modeste, non appariscenti, di piccole dimensioni, estremamente fragili e delicate. Non è facile notarle, perché si mimetizzano sotto i profumati cespugli tipici della nostra zona costiera. Per ammirare in pieno la loro bellezza bisogna abbassarsi; alcune infatti non superano i 5 centimetri di altezza, altre raggiungono circa 20 centimetri. Se avete la fortuna di trovarle sulla vostra strada, non calpestatele, non strappatele, non cercate di trapiantarle nelle vostre case perché non attecchirebbero mai. Sradicate dal loro ambiente naturale e dal loro microclima morirebbero. Crescono tra le rocce, nascoste tra sabbia e gli scogli, in zone umide, salmastre e mettono radici solo in luoghi incontaminati, privi di pesticidi, sostanze inquinanti e spazzatura. Vengono definite “piante magiche” per la loro capacità di interferire e cambiare la varietà della flora circostante. Questi fiori infatti, sono anelli fondamentali di una importante catena biologica in quanto, la loro azione, ricade sulle piante limitrofe che, per loro interferenza, si modificano dando vita a degli incroci, il cui risultato sono delle nuove specie ibride, con caratteristiche uniche. Per questo, protette e tutelate a livello nazionale. Veri tesori botanici della flora salentina, in questi ultimi anni si sta procedendo a una loro classificazione e una mappatura delle zone in cui sono state avvistate e come nel caso dei gigli bianchi che impreziosiscono le nostre spiagge nei mesi estivi, sono state previste delle sanzioni per chi le danneggia.
Non possiamo che essere orgogliosi che queste specie endemiche siano state individuate in una zona di così grande interesse naturalistico del nostro territorio, già conosciuto per una grande biodiversità ornitica che richiama numerose varietà di uccelli tra cui i fenicotteri rosa, l’upupa, il cavaliere d’Italia, etc.
Le nostre zone costiere racchiudono un patrimonio naturale di inestimabile valore, pertanto vanno preservate da ogni forma di inquinamento. Non ci si spiega come un posto così importante a livello ambientale, sia stato scelto per la realizzazione di un depuratore a cielo aperto, che prevede addirittura lo scarico in mare dei liquami. Un vero scempio per la natura.
Bisognerebbe contribuire tutti, anche con piccoli gesti, alla salvaguardia delle nostre marine, in quanto ecosistemi regolati da delicati equilibri. Non bisogna dimenticare che siamo parte integrante di un habitat in cui, le azioni dell’uomo, sono sempre in simbiosi con l’ambiente, perciò anche ogni nostra azione può essere importante. Si deve agire con la consapevolezza che ognuno può fare qualcosa per favorire il miglioramento della situazione di degrado del nostro paesaggio costiero. Raccogliere la spazzatura che spesso deturpa la bellezza delle spiagge, delle dune e delle campagne e lasciare che questi territori restino oasi incontaminate; sono gesti piccoli, ma importanti.
Fino a quando gli uomini continueranno a distruggere l’ambiente in cui vivono, non potranno mai vivere in salute, nella serenità e nella pace che questi luoghi riescono a trasmettere e non potranno apprezzare le cose meravigliose che la natura può offrire, come l’emozione di poter ammirare una piccola orchidea, capace di fiorire anche tra rocce.
Teresa Prete
Sitografia
http://www.acquaricadilecce.it/le-orchidee-del-salento
https://www.salentolibri.it/gennaio-roberto-medagli-piero-ruggiero-livio-orchidee-del-salento-9788896801062
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1 commento
Lorenzo
gio 13 maggio 2021 05:55 rispondi a LorenzoFantastico. Meraviglioso. E pensare che la Riserva è ancora incompiuta. Sono anni che bisogna ultimare gli espropri come da confini indicati nel SIC. Nel frattempo, che i vertici ignorano ciò, nascono strutture e manufatti che limitano la Riserva e le sue bellezze.