
L’Archeoclub d’Italia, Sede di Manduria, esprime profonda preoccupazione per il numero di progetti per la realizzazione di Parchi eolici che, a vari gradi di avanzamento nell’iter procedurale, incombono, direttamente o indirettamente, sull’area da cui si origina il Primitivo, il prezioso vino ambasciatore della Puglia nel mondo. Una zona, parte dell’alto Salento, caratterizzata da alta ventosità (come recita la nota cantilena, “lu Salentu, lumare, lu sule, lu ientu”) che, se contribuisce a dare al Primitivo il suo carattere, sfortunatamente la rende appetibile agli investitori nelle energie rinnovabili.
Si tratta, secondo l’elenco reperibile presso il portale del Mase ( Ministero dell’Ambiente e della sostenibilità energetica), di decine di progetti, che prevedono l’istallazione di aerogeneratori, alti all’incirca duecento metri, la cui presenza andrà a compromettere per sempre, già in fase di cantiere, un paesaggio caratterizzato da vigneti a perdita d’occhio, masserie, tratturi, muretti a secco, edifici rurali, ulivi monumentali, macchia mediterranea, boschi, nonché da numerosi e importantissimi siti ed emergenze archeologici, come il sito di “Li Castelli”, in territorio di Manduria, che conserva i resti di una città messapica. Si tratta di un paesaggio che conserva tratti di naturalità, accanto alle tracce della millenaria attività dell’uomo che lo ha abitato e lo abita e che lo ha pazientemente modificato nel tempo, donandogli la sua specifica identità.
Tra questi Progetti, almeno due sono prossimi ad essere realizzati, per un totale di 41 aerogeneratori, interessando terreni, tutti molto vicini tra loro, nei Comuni di Manduria, Sava, Torricella, Maruggio, Avetrana, S.Pancrazio Salentino ed Erchie. Altri due, per un totale di 24 torri, sono in fase avanzata per l’ottenimento della VIA, e interesseranno i Comuni di Manduria, Maruggio, Oria e Avetrana.
L’Archeoclub si domanda quanta coerenza vi sia tra l’autorizzare questi investimenti, che nulla apportano al territorio, né in termini energetici né di ricaduta economica, e l’esistenza di un PPTR ( Piano paesaggistico territoriale regionale), che, giustamente, con puntigliosa precisione, individua le parti di territorio da tutelare, impedendo al privato cittadino qualsivoglia intervento, foss’anche un ricovero per attrezzi; quanta coerenza vi sia con le risorse che, a vari livelli, la mano pubblica elargisce per valorizzare la Puglia come meta di turismo nelle sue più varie accezioni (culturale, alternativo, lento, enogastronomico, esperienziale ecc.);quanta coerenza possa avere agli occhi di tanti, tra agricoltori, aziende, singoli imprenditori, operatori culturali e turistici, associazioni, che, tra mille difficoltà, operano per preservare il loro patrimonio culturale, materiale e immateriale, nel quale sentono racchiusa la loro identità e individuano, nel contempo, un’ opportunità di realizzazione e progresso.
Lo ha ben sottolineato il MIC (Ministero della cultura), nell’esprimere parere sfavorevole alla quasi totalità di questi progetti; lo hanno ben messo in evidenza le Amministrazioni comunali, alcuni privati cittadini e aziende, nelle Osservazioni inoltrate al MASE. Inutilmente, perché di fronte alla libera intrapresa privata (leggi: speculazione) tutte le altre ragioni devono soccombere. Non più padroni in casa nostra, dovremo accettare che quello che ci circonda, e che amiamo, ci divenga estraneo, irriconoscibile, ostile.
Archeoclub Manduria
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