
Chi altro, se non l’artista manduriano e romano d’adozione Toto Dinoi, poteva ridare al bar “Fellini” una veste degna di questo nome? Lui: scenografo, grafico, illustratore, exhibit designer, arredatore. Un professionista che a Roma ha costruito una carriera importante lavorando tra il teatro Olimpico e il Sistina. Lì, nella patria dell’arte, Toto ha lasciato il cuore portando la sua creatività e la sua visione artistica prima di decidere di tornare nella sua Manduria. Città, quest’ultima, che non gli ha mai riconosciuto fino in fondo il valore, ma che ora si ritrova sulle pareti del locale le sue opere d’arte, al costo di un caffè. Lo storico bar sul corso XX Settembre oggi è diverso.
Dinoi ha ripensato gli spazi con grande cura, ridipinto le pareti con tonalità calde e accese di rosso e giallo. Ha riempito il bar del suo gusto personale trasformandolo in una vera e propria galleria d’arte quotidiana. Le opere che ha deciso di appendere sono fatte di colla e digitale, di riviste e smartphone, e soprattutto di originalità mescolata alla sperimentazione.
Alcune sono omaggi visivi a Fellini, a Roma, a Cinecittà; altre semplicemente a Manduria. Un ponte tra mondi lontanissimi. Il bar “Fellini”, che negli anni ha spesso ospitato incontri culturali, presentazioni e letture, con l’arte di Toto è diventato qualcosa di più. È un luogo che parla di bellezza e restituisce a Manduria il ricordo del cinema, dato che non ne ha più uno. Toto Dinoi ha fatto un bel regalo a Manduria. Un atto generoso e silenzioso. E non è poco.
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