
Instagram ha voluto riconoscere gli sforzi di una vita "regalandomi" l'ambitissima "spuntina blu" accanto al nome del profilo (l'account certificato che il colosso di Mark Zuckerberg riconosce solo ai personaggi pubblici famosi). Bene, forse, da oggi, qualcuno in meno prenderà quell'odioso discorso "quando diventerai famoso..."
La fama, per noi che produciamo idee, non è quantificata dalla prepotenza con la quale i nostri concetti invadono le vostre case, ma è dettata da quanto il nostro linguaggio diventa universale e perdura nel tempo, tanto da riuscire a tirare voi nelle nostre case e a rimanerci quanto più possibile.
Concetti nostri, veri, non preconfezionati, senza data di scadenza! Ho sempre pensato che la calma fosse la virtù dei forti, vacillando in qualche momento della mia vita, sono "forte" di questo concetto da quando ho capito che i soldi non sono dentro le tessere magiche e che i bimbi sono troppo pesanti per le cicogne...
Mi dicevano sempre: "mogli e buoi dei paesi tuoi" e, se per le "mogli" mi sono fidato (anche troppo) - con più o meno amarezza - del detto popolare; volendo associare i buoi a tutti gli altri affari che non concernono la sfera sentimentale, devo dire che, se avessi seguito la saggezza popolare, oggi sarei in un mare di merda, a rincorrere i miei sogni, le mie aspirazioni, la mia vita stessa per come volevo che fosse, un po' come i cavalli da circo inseguono lo zuccherino appeso al giunco di chi li monta.
C'è chi è nato in posti dove ci si sforza di meno e ci si concentra di più e chi, invece, è nato in posti in cui lo sforzo è correlato unicamente allo svuotamento intestinale. Ho portato, ancora giovanissimo, le mie idee in America e le hanno accolte; le ho portate nell'Est Europa e le hanno festeggiate, le ho portate in tre quarti del Pianeta e le hanno volute.
Sono un musicista italiano "tra i migliori al mondo" - come dicono le riviste specializzate e le TV estere - "meritevole di esportare lo swing europeo in giro per il pianeta". E c'è ancora qualche vicino di casa che mi chiede di cosa io campi!
Dove sono i media? Dove sono i canali di distribuzione che fanno finta di non vedere migliaia di talenti che scappano, non solo per non morire, ma anche per non soffrire l'indifferenza e il finto interesse che il nostro Paese mostra.
Sono 20 anni che la stampa e i media nazionali vengono informati dettagliatamente, con i comunicati della nostra agenzia, dei successi riportati nel mondo: recensioni su "The Boston Globe", "Village Voice", "Times", "Medi1", "Le Dauphiné", "ABC", "CTN", "Bahrain International TV", "Almeria", "Jazz Radio"; giudizi di Personaggi storici per la cultura musicale: uno per tutti, David Amram, tra i Padri della Beat Generation.
Nessun cenno dalle istituzioni e dai media nazionali se non per sfruttare e recensire la parte "tragica" della mia carriera, come quando, per miracolo, non fui coinvolto nel terribile terremoto di Amatrice e, successivamente, altre notizie simili di assoluta irrilevanza dal punto di vista artistico.
Quando ero bambino, il mio saggio nonno - emigrato nel sud della Francia da ragazzo - mi diceva: "se vuoi fare televisione in Italia senza essere servo di nessuno, allora devi ammazzare qualcuno!" Chiudo facendo una piccola - ma importantissima - correzione al famoso detto: "a nessuno è concesso di essere profeta in patria"!
Dario Pinelli
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