Domenica, 28 Aprile 2024

Cronaca

Una «tredicina» da ricordare per i fedeli e i frati della chiesta di Sant’Antonio di Manduria, profanata e depredata dai ladri proprio alla vigilia della giornata conclusiva dei festeggiamenti del santo

Ladri nella chiesa di Sant'Antonio alla vigilia della sua festa

La chiesa di Sant La chiesa di Sant'Antonio | © La Voce

Una «tredicina» da ricordare per i fedeli e i frati della chiesta di Sant’Antonio di Manduria, profanata e depredata dai ladri proprio alla vigilia della giornata conclusiva dei festeggiamenti del santo. A far gola ai ladri, uno o di più persone non si sa, è stato l’impianto di amplificazione del luogo sacro asportato sotto il naso degli addetti alle celebrazioni. Se c’è qualcosa da rubare, insomma, i male intenzionati non risparmiano niente, neanche le sagrestie. È successo proprio questo ieri nella chiesa dell’omonimo quartiere situato nella parte archeologica della città Messapica in questi giorni addobbato a festa con giostrine e luminarie che attirano un numeroso pubblico di fedeli. Ma anche chi non ha buone intenzioni. La notizia che si è diffusa ieri nell’incredulità generale, ha provocato sgomento e rabbia tra gli organizzatori indaffarati più che mai nelle celebrazioni del santo iniziate il primo giugno per concludersi oggi, mercoledì 13, Sant’Antonio appunto.

La scoperta è stata fatta ieri pomeriggio al momento della tradizionale benedizione dei bambini. Alle 17 in punto, quando il sacerdote è salito sull’altare per la celebrazione, ha acceso il microfono che non funzionava. Mentre il religioso si affannava a spingere l’interruttore, qualcuno si è recato in sagrestia dove c’era l’amplificatore, facendo l’amara scoperta. Era sparito. Ieri mattina, alla benedizione dei bimbi delle ore 10,30, il rito si era svolto regolarmente per cui il furto è avvenuto nella tarda mattina o nel primo pomeriggio. Complice la confusione del momento e le porte sempre aperte in questi giorni di festa, i ladri si sono introdotti nella casa di Dio impossessandosi dell’apparecchio che, evidentemente, avevano già adocchiato. Secondo gli addetti ai lavori, il furto sarebbe avvenuto tra le undici e le quattordici. Non risultano forzature di serrature e non esistono vie di fuga sul retro per cui si pensa che gli autori della profanazione siano riusciti a portare fuori l’apparecchio quando in chiesa c’erano ancora delle persone.

I sacerdoti, addolorati e sconfortati, non hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine preferendo soprassedere. La messa ieri sera è stata fatta “a voce alta”, senza impianto e la stessa cosa sarà ripetuta oggi (con seri problemi di volume considerando il pienone previsto), se nel frattempo i malviventi non restituiranno il maltolto o l’Ordine dei Francescani, aiutato dai fedeli, non acquisterà un nuovo impianto di amplificazione.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto

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