
Il 18 novembre del 1983 una giovane manduriana fu rapita dall’anonima sequestri del Gargano e tenuta in ostaggio per sei mesi e 18 giorni prima di essere liberata dietro il pagamento di un riscatto. Il suo nome è Anna Maria Fusco, insegnava alla scuola elementare di San Pietro in Bevagna dove si stava recando la mattina del suo rapimento. Aveva solo 21 anni con l’unica colpa di essere figlia di una facoltosa famiglia di imprenditori del vino, all’epoca sull’onda del successo e della notorietà: un bancomat per la banda di criminali senza scrupoli.
Quarant’anni dopo, quell’episodio tra i più cruenti della cronaca nera manduriana, tornerà alla ribalta grazie ad una mostra pittorica (di cui parliamo a parte) e un convegno con i protagonisti di quei fatti. Primo tra tutti il magistrato in pensione, Augusto Bruschi che indagò sul rapimento e che riuscì ad arrestare tutti i componenti della banda. Sulla locandina che annuncia l’evento non c’è tra i relatori il nome di Anna Maria Fusco, ma non potrà mancare come spettatrice di un racconto che le ha cambiato per sempre e irrimediabilmente la vita. Sei mesi e 18 giorni terribili raccolti in un libro autobiografico che la maestrina ha avuto il coraggio di scrivere solo 35 anni dopo quel doloroso capitolo della sua giovane esistenze.
Un rapimento che ha avuto protagonisti manduriani anche tra chi l’ha materialmente rapita consegnandola nelle mani dei foggiani. Almeno due con responsabilità diretta ed altri basisti e complici i cui nomi non si sono mai scoperti. Solo uno ha pagato per quel crimine, Vincenzo Stranieri detto “Stellina”. Dalla parte opposta dei ruoli, quel rapimento ha cambiato anche la sua vita ridotta in 38 anni ininterrotti di carcere, trenta dei quali in regime di isolamento. Oggi sono entrambi vivi ma prigionieri delle loro storie.
«Verità nascoste» è il titolo del libro che racconta la storia dolorosa di Anna Maria Fusco. Racconti di sevizie fisiche e morali nascoste a tutti, per amore persino ai suoi genitori, in un perenne dolore. Nella prefazione del libro la sintesi del suo vissuto.
«Un atroce capitolo della sua vita, prigioniera ai confini della morte. Un’esperienza devastante per una donna che perdeva sempre più la sua dignità, il suo pudore. Costantemente mortificata nella sua femminilità, sofferente e impotente, incatenata come una bestia con tanto di prezzo. Un oggetto sessuale con cui soddisfare il proprio istinto brutale, un sacco da pugile su cui sfogare la propria ira. Un essere umano che perdeva l’essenza del suo spirito esistenziale fino all'alienazione.
Ma dopo tanto tempo è arrivata l’ora che queste verità siano raccontate a tutti, perché tutti sappiano e capiscano: lo sfregio della sua anima e il suo dolore è ancora cocente.
La protagonista affida il suo messaggio all'umanità, soprattutto alle donne perché si ribellino della violenza subita come costume, come religione o come psicopatia.
Un tempo, troppo giovane per raccontare e con il timore di non essere creduta per l’assurdità dell’accaduto.
Ma ora non c’è più posto per il falso pudore, c’è posto per un grido fortissimo, c’è posto perché i giovani imparino e ai quali Anna Maria dedica la propria anima. Una lettera aperta al mondo, quindi, dedicata ai giovani. I più deboli, i più recettivi. Anna Maria Fusco».
Nazareno Dinoi
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5 commenti
Maria Antonietta Antermite
mar 10 gennaio 2023 08:39 rispondi a Maria Antonietta AntermiteRicordo quei giorni.Ho letto il libro,di una atrocità sconvolgente..leggevo , piangevo e pensavo : come ha fatto questa ragazza a sopravvivere a tutte queste violenze fisiche e psicologiche.Come può un essere umano a trasformarsi in mostro ed infierire su un suo simile? Non basterà una vita per superare tale atrocità.
Aldo
mar 10 gennaio 2023 06:39 rispondi a AldoCredo di aver vissuto, in quel nefasto periodo di detenzione dela Signora Fusco, una esperienza collaterale legabile al rapimento della Maestra. Dovevo raggiungere Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo dove era ricoverato mio figlio. Alla uscita autostradale di Cerignola, erano circa le ore otto, decisi di lasciare l autostrada e di percorrere la strada interna per Manfredonia. Dopo qualche km fui affiancato da una Citroen CX, allora ammiraglia della casa automobilistica francese. Io guidavo una Ritmo TARGATA TA e varie volte rallentai e aumentai la velocità nel tentativo di liberarmi del tipo (sembrava un vaccaro), inutilmente. La strana situazione si protrasse per circa 40 km. Arrivato in Ospedale telefonai ai Carabinieri denunciando un probabile tentativo di rapina. Mi risposero che Manfredonia era fuori il loro territorio di competenza.
Lorenzo
mar 10 gennaio 2023 08:26 rispondi a LorenzoGrande donna a cui il sottoscritto deve molto e molto porterò nel mio cuore per sempre. Stava portando la civiltà alla Marina. Era per i residenti di allora, con la scuola elementare, unitamente all' ufficio postale e al tabacchi/alimentari il punto di partenza per una Marina che seguiva Porto Cesareo. Bambini residenti che giocavano in piazza con i nonni a pochi metri, sotto la pineta a sfidarsi a tressette Dopo il suo rapimento è morto tutto. Ad oggi nulla è più ritornato. Anzi, tanto è peggiorato. Gentile signora Anna Maria : grazie di esistere. 👋👋👋
Antonio
mar 10 gennaio 2023 02:45 rispondi a AntonioLorenzo grazie di avermi fatto scoprire questa cruda verità… non capivo il senso perché la nostra Marina a soli 15/20 km di distanza da porto Cesario è un cimitero di case mentre li c’è vita… Non sapevo dell’esistenza di un ufficio postale a san Pietro in bevagna… riguardo la Maestra Anna Maria non posso che stimare la sua forza di vivere e riconoscere il suo immenso coraggio…. Riguardo quei balordi che hanno rapito la maestra ringrazio vivamente per aver distrutto la nostra Marina siete dei grandi uomini ma pochi sono stati gli anni di prigione almeno dovevate morire in carcere
gregorio
mar 10 gennaio 2023 05:04 rispondi a gregoriosan pietro in bevagna è stata dilaniata da gente senza scrupoli di manduria,partendo dai fatti mensionati in questo articolo,arrivando alle ruberie d inverno nelle ville disabitate,dove era piu il danno che facevano,del valore che si portavano,pizzo e tangenti ad imprenditori che hanno investito e che volevano investire,sino ad arrivare alla politica che sta dando il colpo di grazia...