Domenica, 28 Aprile 2024

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La gattina Lilly e gli angeli del 118 di Manduria

La gattina Lilly e gli angeli del 118 di Manduria La gattina Lilly e gli angeli del 118 di Manduria | © n.c.

"...rimanevamo ferme e immobili io e Gabry sulla porta di ingresso della postazione del 118 di Manduria, con il caldo fuori a 40 gradi, la mascherina sul viso umido e contratto e gli occhi increduli e commossi che seguivano i movimenti delicati e rapidi, mirati, degli operatori sanitari sul quel corpicino ormai inerme, quello di Lilly, una gattina raccolta dal pattume ed allattata artificialmente di soli 40/45 giorni di vita e di appena 700 g di peso. Nelle loro divise arancioni e con le ginocchia per terra, i due operatori tenevano il capo chinato su quell’esserino adagiato su un cuscino, uno di loro teneva ferma sul musetto la mascherina pediatrica monouso attaccata alla bombola di ossigeno, l’altro con due dita sul cuore esercitava un lieve massaggio cardiaco nel tentativo di rianimarla... ed è stato in quell’istante che ho assistito al primo miracolo nella mia vita: Lilly dalla morte è tornata alla vita...”.

La difficile storia di Lilly inizia circa 40/45 giorni prima, trovata con gli occhi ancora chiusi e un debole respiro a circa un giorno di vita in un cassonetto dei rifiuti.

È Gabry che accoglie con amore il piccolo fagottino a casa sua e insieme e velocemente procuriamo ciò che occorre per la sua improbabile sopravvivenza: latte, biberon, sterilizzatore, antibiotico, Mylicon, borsa acqua calda... si, è esattamente come si fa per un neonato. Dopo circa 10/15 giorni di sfide continue, Lilly ha aperto gli occhietti e per la prima volta ha incontrato il viso della sua mamma umana, quello di Gabriella. 

Chi si occupa di gatti, nella nostra piccola cittadina, sa che dovrà lottare per la loro sopravvivenza e che potrà e dovrà contare solo sulle sue forze e sulle sue risorse. Non abbiamo, sul territorio, cliniche h24 a cui poterci rivolgere di notte, di domenica, a ferragosto, a natale o banalmente (come in questo caso) alle 15:00 di un pomeriggio d’estate con 40 gradi all’ombra e nessun veterinario che rispondesse al telefono. Avremmo potuto attivare il servizio di assistenza veterinaria a carico del comune, come per legge, in quanto randagio e non gattino di proprietà. Ma i tempi biblici che sarebbero intercorsi tra la telefonata ai vigili urbani e il probabile arrivo del soccorso, come accade sempre, ci hanno costretto a prendere strade diverse. 

Lilly negli ultimi giorni aveva avuto un colpo di calore, aveva lentamente smesso di giocare e di mangiare e faceva fatica a respirare. Il veterinario che la seguiva l’aveva tenuta nel suo ambulatorio per un po' di ore per reidratarla e tenerla sotto controllo, ma non essendo una struttura h24 ha poi dovuto farla tornare a casa, raccomandandoci di riportarla alla sua riapertura alle ore 16:00. Purtroppo in poche ore la situazione è precipitata, Lilly ha avuto un crollo improvviso e importante. Aveva bisogno di ossigeno, si era anche raccomandato il veterinario, ma noi non eravamo in grado di assicurarglielo. Le farmacie che avevamo chiamato non avevano disponibili le bombolette piccole. Vedevamo Lilly che continuava ad arrendersi sempre più fino ad arrivare ad una immobilità preoccupante, non eravamo nemmeno sicure che respirasse ancora... la piccola bocca rimaneva semi-aperta, gli occhi socchiusi, le pupille immobili. Era abbandonata inerme nel suo trasportino, c’era bisogno urgente di ossigeno e non avevamo la più pallida idea di come recuperarlo. Con la macchina, in giro sotto al sole, disperate e senza sapere quale fosse la cosa più giusta da fare...tentare una soluzione rapida sul territorio (quale poi?) o decidere di uscire fuori paese all’avventura? In quel primo pomeriggio cocente anche il servizio veterinario ASL era chiuso!  Eravamo nel panico. È stato in quel momento che si è accesa la lampadina della speranza ed anche l’ultima: chiamare un amico infermiere che lavora al 118 di Manduria e rischiare di farsi mandare a quel paese appena avessimo pronunciato la parola “ossigeno” per un nano-gattino in fin di vita o forse già morto! E invece no. “Portatelo da noi subito, non perdete tempo. Abbiamo un solo bombolino d’ossigeno ma fino a che non ci chiama nessuno lo mettiamo a disposizione della tua gattina”, mi rispose sorprendentemente l’amico. 

Siamo arrivate lì col cuore in gola in 60 secondi. La gattina sembrava morta. I due operatori hanno preso il trasportino con dentro la gattina e lo hanno portato dentro mentre noi due siamo rimaste sull’uscio in preda ad ansia mescolata a sudore. Loro due invece si muovevano con esperienza e inaspettata amorevolezza. 

La bombola dell’ossigeno era già pronta e sistemata all’ingresso vicino ad un piccolo scannetto per sistemarci sopra il trasportino con dentro la loro insolita paziente. Al nostro arrivo era già tutto pronto per non perdere nemmeno un secondo di più. Io e Gabriella invece, ferme sull’uscio del “paradiso” ci godevamo il soccorso a quella piccola microscopica vita a cui, in tanti anni di volontariato, non avevamo mai assistito prima. 

Tutto si svolgeva in silenzio. I nostri due eroi....operatori del 118, hanno alzato il capo un paio di volte per cercare i nostri occhi e chiederci scusa se non fossero riusciti a salvarla, ma senza mai parlare. 

Quando quattro cuori si incontrano intorno ad una piccola anima che lotta tra la vita e la morte, le parole non servono, ma solo le mani e le azioni di chi non si arrende ed ama la vita di chiunque, in questo caso di un piccolo essere peloso.

Tutto si è svolto in pochi secondi che a noi sono sembrati interminabili. Mentre i due inginocchiati assistevano la gatta abbiamo assistito a quello che temevamo. Il piccolo torace non si muoveva più e con un sofferente sussulto la nostra gattina ha esalato un ultimo respiro. Gli occhi sono rimasti aperti e il corpo immobile. 

Il mio amico infermiere con il suo collega si sono prima guardati tra loro poi hanno girato lo sguardo verso di noi e senza parlare ci hanno fatto capire che era morta. Forse è stata la profonda tristezza letta nei nostri occhi oppure la loro abitudine a tentare sempre di salvare le persone a far partire quello che non ci saremmo mai aspettate di vedere. 

Il mio amico ha messo due dita sul petto peloso e immobile della gattina ed ha cominciato a spingere ritmicamente mentre l’altro assicurava la maschera dell’ossigeno sul musetto e tirava all’indietro la testa. 

Sempre senza parlare e senza guardarsi i due angeli con la divisa arancione hanno continuato così per diversi secondi prima di fermarsi. Il mio amico ha preso il fonendoscopio e lo ha messo sul torace della gatta. “Ha ripreso”, ha detto al suo collega che sempre senza dire una parola ha continuato ad ossigenare la gatta che finalmente e straordinariamente ricominciava a vivere. Ce ne siamo accorte dai deboli movimenti del torace che man mano sono diventati più frequenti e regolari. Era viva, la nostra gattina era ritornata dalla morte grazie ai due angeli del 118.   

Pochi minuti prima delle 16:00 arrivò la telefonata che avevamo temuto arrivasse. “Mi dispiace ma dobbiamo proprio andare, riportatela se ha bisogno, per ora sembra stia bene, perlomeno è viva”, ha detto il mio amico infermiere mentre ci riconsegnava il trasportino e si accingeva a salire sull’ambulanza. Serviva l’ossigeno ad una persona e loro, con altrettanta rapidità, hanno staccato tutto per decollare e andare a salvare un’altra vita, questa volta umana. “Fateci sapere come sta”, riuscì a dire il mio amico prima di andare via con gli occhi lucidi consapevoli che per la gattina che miracolosamente aveva ricominciato a respirare, quei pochi istanti senza ossigeno sarebbero potuti essere fatali. Ma è il loro lavoro, è terribile scegliere chi salvare, ma la legge è chiara e giusta: prima le persone.

Grazie a quell’immediato e prodigioso intervento, Lilly ha superato la crisi e sebbene avesse smesso di respirare ha poi ricominciato a farlo. Nessuno sa spiegarselo, ma è andata esattamente cosi! Le cure preziose del veterinario hanno poi completato la bellezza dell’opera e Lilly oggi vive e sta bene.

Operatori del 118 di Manduria, non smetteremo mai di dirvi grazie!

Ines e Gabriella

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2 commenti

  • Fabio Dostuni
    lun 31 gennaio 2022 08:05 rispondi a Fabio Dostuni

    E' stata la mano di Dio ( avrebbe detto Sorrentino) e delle anime sensibili che hanno ridato la vita alla piccola Lilly. Una storia commovente e grazie per avercela raccontata. Chi ha gettato la piccola gattina non merita commenti perché altro non è che una misera sottospecie del genere umano.

  • M m
    mar 25 gennaio 2022 07:53 rispondi a M m

    Onore a questi Angeli 💪🏻

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