Lunedì, 6 Maggio 2024

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La decisione di sospendere il pagamento delle fatture Igeco (fatta eccezione per gli importi necessari agli stipendi), è stata presa richiamando l’articolo 43 del contratto stipulato nel 2015

Interdizione antimafia, il comune toglie i viveri alla Igeco

Contratto Igeco Contratto Igeco | © La Voce

Dopo l’interdizione per mafia da parte della Prefettura di Roma, l’amministrazione comunale di Manduria si mette al sicuro e sospende tutti i pagamenti a favore della Igeo Spa. Con una determina firmata dal dirigente dell’Area tecnica, ingegnere Emanuele Orlando, l’ente Messapico ha stabilito che «per ragioni di natura cautelare, di disporre la sospensione dei pagamenti nei confronti Igeco costruzioni Spa congelando le relative risorse ad eccezione di quelle necessarie per il pagamento delle retribuzioni del personale dipendente e oneri contributivi» che saranno versate seguendo le procedure previste dal contratto.

In questo modo si garantisce la continuità del servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti che non dovrebbe avere ripercussioni sul servizio, togliendo ogni risorsa all’impresa sino a quando sarà «sotto esame» e quindi chiarita la sua posizione con l’antimafia.

La decisione di sospendere il pagamento delle fatture Igeco (fatta eccezione per gli importi necessari agli stipendi), è stata presa richiamando l’articolo 43 del contratto stipulato nel 2015 tra l’allora sindaco Roberto Massafra e l’amministratore delegato della Igeco, Cinzia Ricchiuto. L’articolo in questione riguarda gli adempimenti in materia antimafia e penale che obbliga la stazione appaltante, in questo caso il Comune di Manduria, ad accertarsi che l’impresa a cui si affida un appalto abbia il certificato di regolarità antimafia rilasciato dalla Prefettura. A quanto pare l’amministrazione Massafra stipulò comunque il contratto anche in assenza dell’informativa antimafia che fu richiesta senza nessun riscontro. Il comune di Manduria, come si apprende dalla determina firmata ieri dall’ingegnere Orlando, giustificò questa omissione con «l’urgenza di garantire servizi da considerarsi essenziali» ed anche perché «l’appaltatore (Igeco, Ndr) ha presentato autocertificazione a mezzo di dichiarazione sostitutiva dell’assenza delle cause di decadenza». C’è un ultimo passaggio contenuto nell’articolo 43 del contrato che potrebbe smascherare le attuali intenzioni dell’amministrazione commissariale del comune. «Si fa presente – riporta sempre la determina - che il contratto sarà di fatto risolto qualora pervenga, successivamente alla sua sottoscrizione, dalla Prefettura competente, informativa antimafia con esito negativo».

Ed ora che «l’esito negativo» è arrivato con la notizia dell’interdizione del 3 ottobre, i criteri per la risoluzione unilaterale del contratto ci sarebbero tutti.

Naturalmente in gioco ci sono ancora molti fattori da valutare. Innanzitutto l’arrivo del commissario prefettizio che sarà nominato per amministrare tutti i rapporti che Igeco ha con gli enti pubblici e poi, ovviamente, le mosse dell’impresa leccese che nel frattempo sta preparando il ricorso contro il provvedimento della Prefettura romana.

L’amministratrice della Igeco costruzioni, Cinzia Ricchiuto, sino a ieri non ancora informata della decisione del comune di sospendere ogni pagamento a suo favore, si dice tranquilla. «La situazione è complicata – dice – ma sicuramente ci sarà la massima attenzione di tutti a garantire il servizio e i diritti dei lavoratori. Anche noi – aggiunge – stiamo agendo a nostra tutela».

Nazareno Dinoi

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