
Il comune di Manduria si costituirà parte civile anche nel processo d’appello dell’inchiesta sulla presunta Cupola manduriana. A rappresentare l’ente messapico tra le parti lese sarà l’avvocato Cosimo Romano che ha già patrocinato il primo grado. La camera di consiglio dell’appello si aprirà il prossimo 22 maggio nell’aula bunker del Tribunale di Lecce.
La sentenza di primo grado emessa a settembre scorso ha inflitto 229 anni di reclusione ai 32 imputati che hanno scelto il rito abbreviato assolvendone tre. Le pene più severe, 20 anni a testa, sono toccate ai tre manduriani Walter Modeo, Giovanni Caniglia e Nazareno Malorgio (l’accusa sostenuta dal pm Milto De Nozza aveva chiesto la stessa pena), ritenuti a capo dell’organizzazione mafiosa che secondo gli inquirenti aveva riorganizzato la frangia manduriana della sacra corona unita.
Il reato di associazione mafiosa è stato riconosciuto per Caniglia, Modeo, Malorgio, Palmisano, Domenico Andrisano, Alessandro Andrisano, Gianluca Attanasio, Mario Buccoliero, Maurizio Malandrino, Raffaele Malandrino, Michele Trombacca, Angela Maria Pedone e Pietro Spadavecchia. Tutti manduriani. Costoro sono stati inoltre condannati al risarcimento del danno riconosciuto al Comune di Manduria costituitosi parte civile quantificato in centomila euro.
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