Domenica, 28 Aprile 2024

Cronaca

Nel frattempo la società savese ha dichiarato fallimento e della merce si è persa traccia.

Imprenditori assolti in appello dalla truffa, 3 anni e 8 mesi nel primo grado

Giustizia Giustizia | © Google

Finiti sotto processo con l’accusa di truffa e bancarotta fraudolenta e per questo condannati in primo grado a tre anni e otto mesi, due imprenditori di Sava sono stati assolti in appello per non aver commesso il fatto. Secondo l’accusa, i due imputati di 30 e 35 anni, entrambi difesi dall’avvocato Dario Iaia, avrebbero truffato due multinazionali del settore fertilizzanti e un'altra società che produce batteria per automezzi non pagando merce per circa duecentomila euro. I due che risultavano dipendenti di una società proprietaria di un deposito di prodotti per l'agricoltura situato nella zona industriale di Sava, avrebbero ordinato grosse quantità di concimi e batterie elettriche che le aziende produttrici, Sumitomo Chemical Italia, Cerea e Fiam, avevano regolarmente consegnato senza ricevere nessun corrispettivo. Nel frattempo la società savese ha dichiarato fallimento e della merce si è persa traccia. Da qui la denuncia e l’inchiesta della Procura della Repubblica di Taranto che ha indagato e condannato i due savesi alla pena di tre anni e otto mesi.A questa sentenza i due ex imprenditori hanno presentato ricorso in appello concluso con l’assoluzione piena. Tra le fonti di prova nelle mani dell’accusa c’erano delle fidejussioni, risultate false, utilizzate per coprire il valore della merce acquistata. La loro difesa affidata all’avvocato Iaia, ha fatto leva su due elementi non considerati dai giudici di primo grado: la mancanza di prove in grado di attestare la paternità delle false fidejussioni così come la mancanza di testimoni in grado di dire che i due imputati erano presenti al momento della consegna della merce poi truffata.

N.Din.

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