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Le donne di Manduria hanno rinunciato ad un prezioso strumento democratico: “la Consulta delle donne”

Il fallimento della consulta femminile: quando la “lotta” sui social è più gradita

Scarpette rosse Scarpette rosse | © Google

Le donne di Manduria hanno rinunciato ad un prezioso strumento democratico: “la Consulta delle donne” approvata il 5 luglio 2017 dalla passata amministrazione Massafra. È stata un’amara sorpresa per me quando ho saputo dall’ufficio di segreteria del comune che al bando, rivolto a tutte le donne del territorio messapico hanno partecipato solo in tre, io fra queste. Un flop inaspettato dal momento che in tutti gli altri comuni le donne hanno sempre aderito numerose e operano con successo. Cito Erchie e Avetrana per indicare due esempi a noi più vicini. C’è da dire però che non avrebbe avuto molto successo dal momento che la sua durata coincideva con quella del mandato dell’amministrazione, caduta come sappiamo il 18 settembre 2018, un mese prima della scadenza del bando fissata per il 20 ottobre 2017. Rinunciando a questo strumento di confronto abbiamo dimostrato la nostra complicità all’autoriproduzione della politica maschile favorendo l’emarginazione delle donne.

Questa assenza di partecipazione è un fallimento per le donne manduriane che a quanto pare sono attive solo sui social media; non sono interessate concretamente alle pari opportunità tra uomo e donna come non lo sono per valorizzare il proprio ruolo nella società. Gridano stop al femminicidio con l’ immagine delle scarpette rosse e si lavano le coscienze selfandosi tra le platee di qualche evento a tema. Promuovono l’importanza della prevenzione con la foto del fiocchetto rosa, difendono l’ambiente pubblicando foto di sacchetti abbandonati nelle campagne, cacciano gli artigli tra hashtag e aggettivi vari quando leggono storie di violenze sui più deboli, inorridiscono per le barriere architettoniche per i disabili. Un immagine poco gratificante ma sembra che si preferisca discutere e rivendicare diritti vari prevalentemente sui social: Facebook e whatsapp.

La presenza femminile nella macchina amministrativa è sempre stata penalizzata dalla prepotente presenza maschile.Tranne che in rari casi, ad essere state ammesse, giusto per rispettare per legge le quote rosa sono state donne silenti e facili da pilotare. Ci sono tanti modi per dare il proprio contributo per migliorare la società nella quale viviamo e abbiamo deciso di far crescere i nostri figli; tutti abbiamo il compito di prendere parte concretamente alla vita sociale, culturale e politica seppur in modo diverso. Se gli uomini tendono ad essere più predisposti ad impegnarsi nella politica partitica e istituzionale, noi donne potremmo fare di più nella politica non istituzionale. Lottare per far farci rappresentare specialmente dalle donne che amministrano e adottare ogni mezzo possibile per far ascoltare la nostra voce considerando anche il nostro punto di vista nelle decisioni che riguardano la collettività.

Katja Zaccheo

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1 commento

  • Raffaella
    ven 16 febbraio 2018 08:01 rispondi a Raffaella

    Invece credo che Il punto sia un altro: "bisognava dare più risalto a questa cosa "!.... divulgarla maggiormente e la risposta delle donne ci sarebbe stata. Se nessuno lo sapeva ovviamente nessuno poteva rispondere.

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