Sabato, 4 Maggio 2024

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Il campione manduriano, dopo aver affrontato e vinto una causa davanti al tribunale sportivo dove era stato deferito dalla sua vecchia società, ha avuto un colloquio ieri con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano

Il dramma del campione: quando gli interessi sono più forti della malattia e dello sport

Leonardo Melle Leonardo Melle | © La Voce

Non solo la disabilità, ma anche la burocrazia e gli interessi non sempre puliti delle società sportive. Sono questi i nuovi nemici contro cui sta lottando il campione paralimpico manduriano Leonardo Mele alle prese con uno dei classici problemi contro cui devono fare i conti tutti gli sportivi di ogni disciplina: il tesserino e l’appartenenza all’organo federale. È accaduto questo. Facendo proprio un diritto di libera scelta e nel rispetto della normativa sportiva che regola la materia, il vice campione del mondo di triciclo ha deciso di lasciare la società siciliana «Asd Peppe Molè» alla quale apparteneva per tesserarsi con la pugliese «Asd Calcagni» di Guagnano, nella sua terra. È stato allora che si è scontrato con gli interessi di cui non pensava potessero essere vittima anche gli atleti disabili: la Federazione Ciclistica Italiana sede regionale della Sicilia non lascia il a osta e la Federazione Ciclistica Italiana sede regionale della Puglia non fa niente per curare gli interessi del suo atleta che rischia così di restare senza tesserino e quindi di essere escluso da ogni gara federale.«Sapete quanto è importante per me lo sport e potermi mettere alla prova competendo con altri atleti – scrive il campione -, eppure sembra che la burocrazia restrittiva, palleggiata tra Sicilia, Puglia e altri, sia divenuto un tunnel cieco e colmo di insidie; la mia gara – aggiunge - non è più contro altri atleti – prosegue l’atleta in carrozzina - bensì con le Pec, le e-mail, le istanze e i dinieghi».

E ancora. «Mi viene chiesto di restituire materiale che non possiedo, non scendo nei dettagli – spiega -, sono un un atleta paralimpico e dal mio punto di vista, chi opera in questo settore dovrebbe avere una attenzione e sensibilità tali da evitare di causare danni ad un disabile che nello sport ha trovato la forza di combattere e tornare a vivere. Dovremmo essere fortificati e spronati a gareggiare ma non subire questa burocrazia che distrugge le poche energie recuperate», prosegue Melle che tira fuori tutta la sua disperazione. «Sto vivendo un vero incubo – dice - e i medici sono preoccupati per la mia reazione, mi stanno togliendo le energie e mi sento sospeso nel vuoto. Dovrei iniziare una battaglia legale ma io voglio solo correre. A questo punto le associazioni farebbero bene a non darci a se poi il prezzo da pagare è la nostra salute già di suo precaria».

Il campione manduriano, dopo aver affrontato e vinto una causa davanti al tribunale sportivo dove era stato deferito dalla sua vecchia società, ha avuto un colloquio ieri con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano esponendogli il caso. Emiliano avrebbe preso l’impegno di farlo seguire dalle strutture sportive della Regione, ma i tempi non sembrano essere brevi né certi. Così, davanti all’ennesimo muro insormontabile, Melle decide di rendere pubblico il suo dramma e di esprimere tutta la sua rabbia.

Nazareno Dinoi

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