Domenica, 6 Luglio 2025

Attualità

Con gli occhi lucidi, nell’intervista la testimone di tante sofferenza racconta forse il più atroce dei ricordi

“Ho visto mamme costrette ad uccidere il proprio figlio”. I terribili ricordi di Elisa Springer

In quaranta minuti, all’incirca, di video registrazione Elisa Springer scuce i ricordi prima della sua infanzia e adolescenza viennesi, poi della morte dei suoi familiari sino alla sua deportazione nei diversi campi di concentramento. La sua storia, però, s’incrocia anche con quelle di altre donne fantasma incontrate in questo suo viaggio di memoria e salvezza. Donne costrette a uccidere i propri figli, cicli mestruali interrotti dalle sperimentazioni dei nazisti attraverso farmaci sciolti nei miseri pasti e cadaveri costretta scavalcare. Racconta la Springer, «La vita per noi donne nei campi era difficile. È stata una umiliazione tremenda, anche tra di noi. Poi ci si abitua, perché vuoi o non vuoi ti devi abituare. C’erano donne incinte».

Con gli occhi lucidi, nell’intervista la testimone di tante sofferenza racconta forse il più atroce dei ricordi. «Una donna che aveva appena partorito è stata costretta ad uccidere il proprio figlio, non le hanno permesso di allattarlo dopo aver partorito là dentro. Le hanno fasciato il seno per non farla allattare». E ancora ricordi di giovani mamme e adolescenti ebree private dai nazisti della propria umanità e del proprio ciclo per scoprire quale reazione potessero avere.

Senza paura di morire o della morte, la vera tragedia per la signora Springer è quanto la sete di potere e denaro abbia portato la vita umana a non contare più a. «Se non sappiamo perdonare, tendere la mano anche al nemico, se non avviene questo non ci sarà mai pace – racconta la sopravvissuta. L’uomo di oggi ha perduto la propria dignità e l’amore per se stesso. Se non ha stima e amore di se stesso come può amare il prossimo?». Terribili ricordi della sua storia da deportata che s’intrecciano con queste donne senza nome e dal volto sbiadito incontrate nei diversi campi di concentramento. A vent’anni dalla sua scomparsa, l’obbligo morale di ricordare persiste in diverse forme proprio nella città messapica, Manduria, dove la Springer ha trascorso numerosi anni della sua vita dopo la sua liberazione e dove è stata sepolta. Una città che non può dimenticare le sue confessioni strazianti e tutte le vittime dell’Olocausto, onorandola annualmente come meglio può. Su www.lavocedimanduria la video intervista.

Marzia Baldari

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2 commenti

  • Marco
    ven 28 gennaio 2022 07:15 rispondi a Marco

    Mai dimenticare quanto è accaduto. Mai.

  • Marco
    ven 28 gennaio 2022 07:15 rispondi a Marco

    Mai dimenticare quanto è accaduto. Mai.

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