
I riti propiziatori praticati dagli esseri umani in tutti i paesi del mondo si perdono nella notte dei tempi. La loro funzione era quella di rendere benevoli le divinità, di placare la loro ira offrendo loro dei sacrifici. Anche la processione di San Pietro si potrebbe inscrivere all’interno di queste pratiche rituali. La sua storia ci dice che nasce dal basso nel mondo contadino per poi radicarsi nella vita religiosa e laica della comunità di Manduria.
La manifestazione è chiamata anche processione penitenziale degli alberi, che sulle spalle dei portatori si mettono, simbolicamente, in cammino alla ricerca dell’acqua, bene necessario alla vita di tutti gli esseri viventi. Gli anziani ci raccontano che la paura della siccità, vista come una calamità naturale, spingeva la comunità a chiedere l’intercessione di San Gregorio, della Madonna Immacolata e infine di San Pietro affinché piovesse. Questa tradizione che è molto identitaria e sentita nella comunità con quale significato e con quali contenuti arriva fino ai giorni nostri? Io vorrei provare a cogliere l’opportunità che questa tradizione ci offre per alcune osservazioni che hanno a che fare anche con il futuro prossimo del nostro territorio a vocazione prevalentemente agricola e turistica. L’anno scorso è stato un anno particolarmente siccitoso con grande sofferenza dell’agroalimentare che non ha risparmiato la Puglia e neanche il territorio di Manduria. Questo dovrebbe spingere le istituzioni (Stato, Regioni e Comuni) a investire risorse finalizzate a contenere le conseguenze derivanti dal riscaldamento globale. Per quanto riguarda la Puglia, basti ricordare come esempio di malgoverno in quali condizioni versa l’invaso Pappadai, un lago artificiale in provincia di Taranto, località Monteparano. Costruito tra il 1994 e il1997 può contenere fino a 20milioni di metri cubi d’acqua, in gestione al consorzio speciale per la bonifica di Arneo, commissariato dalla Regione nel 2011. L’invaso prevedeva di soddisfare il fabbisogno idrico nelle campagne salentine. Il progetto non è stato mai completato e adesso il lago versa in uno stato di abbandono.
Per quanto riguarda Manduria e la gestione delle acque reflue del depuratore, è lecito chiedersi : perché nonostante la cronica scarsità di precipitazioni, non si abbia pensato al loro utilizzo per irrigare i campi? mentre si vocifera un loro eventuale utilizzo per i campi da golf che sorgeranno nel comune di Maruggio? Inoltre questa tradizione ci deve interrogare anche come comunità di credenti. Molti infatti si mettono in cammino da San Pietro a Manduria, dietro l’immagine del santo ( in passato anche scalzi) ed è un cammino di preghiera che dovrebbe riconnetterci con il creato, da cui purtroppo noi esseri umani ci siamo disconnessi facendo prevalere le nostre azioni predatorie.
La cura dell’ambiente è un dovere di tutti e Papa Francesco ce lo ha ricordato con la sua Enciclica Laudato sì spronandoci a fare la propria parte nel prendersi cura della casa comune che è l’ecologia. Mentre i potenti del mondo ci vogliono convincere che per risolvere le controversie geopolitiche è necessario armarsi e che la pace non è possibile se non ci si prepara alla guerra, gli scienziati e Papa Francesco ci dicono che gli effetti dei cambiamenti climatici saranno sempre più disastrosi a livello globale con gravi implicazioni ambientali, politiche, sociali ed economiche e quindi non penso che basteranno i riti propiziatori e l’intercessione dei Santi per risolvere i problemi di siccità nel prossimo futuro.
Almerina Raimondi
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