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Giudice e avvocato arrestati per mazzette
Giudice e avvocato arrestati per mazzette | © n.c.TARANTO - Il giudice Pietro Vella e l'avvocato Fabrizio Scarcella di Taranto sono stati arrestati ieri pomeriggio su ordine di cattura firmato dal gip del Tribunale di Potenza su richiesta della locale procura della Repubblica che è competente per i procedimenti a carico dei magistrati di Taranto. I due, che operavano nel settore civile, si trovano nel carcere del capoluogo jonico e devono rispondere di concussione. I carabinieri di Taranto che hanno indagato su delega della procura hanno sorpreso i due in flagranza di reato mentre si scambiavano una mazzetta di quattromila euro. La vicenda riguarda una presunta concussione ai danni di un imprenditore di Taranto titolare di una grossa stazione di servizio. Costui aveva un contenzioso con la compagnia petrolifera che minacciava di ritirargli il marchio. L'avvocato Scarcella avrebbe fatto avvicinare l'imprenditore da un suo collaboratore che lo avvisava di una prossima visita degli ispettori delle Entrate che lo avrebbero rovinato. L'emissario consigliava quindi di rivolgersi al legale che avrebbe risolto il problema. All'appuntamento con l'avvocato Scarcella l'imprenditore avrebbe ricevuto la proposta di una mazzetta di ottomila euro che il legale avrebbe diviso con il giudice Vella al quale toccava il compito di aggiustare il contenzioso con la compagnia petrolifera. L'imprenditore avrebbe finto di accettare l'accordo raccontando tutto ai suoi avvocati e ai carabinieri che avrebbero organizzato la trappola di ieri. Con una telecamera nascosta, il presunto concusso si sarebbe recato ieri mattina nello studio dell'avvocato con la prima tranche della mazzetta di quattromila euro in banconote tutte precedentemente fotosegnalate. Per tutto il pomeriggio i carabinieri hanno pedinato l'avvocato che si è incontrato con il giudice al quale avrebbe consegnato la sua parte di banconote. A quel punto è scattata la trappola. I due, difesi dagli avvocati Carlo Petrone e Luigi Balistrieri, sono stato trasferiti nel carcere di Taranto su convalida del magistrato di turno della Procura di Taranto, il pm Mariano Buccoliero che trasmetterà il provvedimento per competenza a Potenza.
Francesco Casula e Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno RIPRODUZIONE RISERVATA
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4 commenti
Yucatan
mer 14 marzo 2012 08:56 rispondi a YucatanLa Gazzetta del Mezzogiorno scrive invece che la trappola sarebbe scattata prima che l'avvocato consegnasse i denari al giudice. Mettetevi d'accordo perch, in questo caso, il giudice potrebbe anche essere ignaro e l'avvocato un millantatore.
Federico II
mer 14 marzo 2012 05:00 rispondi a Federico IIQuindi, a Pasca, nienti scarceddi....!!!
Tonino Roberto
mer 14 marzo 2012 12:47 rispondi a Tonino RobertoAnche i giudici corrotti (e gli avvocati) pagano (qualche volta).
pipuuzo
mer 14 marzo 2012 08:03 rispondi a pipuuzoAdesso non abbandonate il gestore della stazione di servizio, finalmente una persona coraggiosa!