“Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo” Non solo nel giorno della memoria, ma sempre! Così la “Casa della memoria Elisa Springer A-24020”, ha il valore assoluto di ricordare uno dei periodi più bui dell’umanità.
Il suo ricordo personale, o meglio la sua testimonianza, è ciò che deve rimanere affinché anche le generazioni future, non perdano memoria di ciò che fu la shoah, l’olocausto, il genocidio di un popolo, ma non solo. Di intere etnie e di omosessuali!
Mai come adesso, è importante ricordare, anche alla luce del riaccendersi di focolai antisemiti, lì dove si identifichi un popolo con uno stato, quello di Israele!
Mentre gli interventi di questa giornata si susseguivano, non potevo non pensare a cosa abbiano visto gli occhi di quella donna, quale orrore, quale ricordi avesse dovuto custodire quella mente, così atroci, da portarla a tacere per 50 anni!
Noi possiamo immaginarlo, attraverso le parole dei sopravvissuti, le immagini, i film, i documenti, ma lei è stata protagonista diretta!
Lei deportata ad Auschwitz… Lei quel numero tatuato sul braccio, a ricordarle l’orrore per sempre… A-24020! Cosa ha provato Elisa per quei 50 anni, venendo a vivere a Manduria? Cosa l’ha spinta a tacere? Avrà avuto paura di non essere creduta? Giudicata? Avrà voluto ricreare la sua vita? Avrà cercato di dimenticare, ciò che non poteva essere dimenticato?
Elisa Springer, è la memoria di un popolo! Il ricordo personale di quanti l’abbiano conosciuta, è giusto che ci sia, ma mai per se stessi, solo per lei e per il suo popolo. L’olocausto e chi è stata vittima, non va mai strumentalizzato. Va rispettato, custodito e tramandato. Ben venga quella “casa della memoria” e che diventi tempio di cultura delle generazioni, presenti e future, mai vessillo di personale elogio, altrimenti ciò che è sopravvissuto ad un campo di stermino, verrebbe divorato nella non cultura di fazioni politiche che niente hanno a che fare con la memoria e l’insegnamento di Elisa Springer e di quanti, come lei, hanno portato quella testimonianza, al mondo intero.
Fortunata Barilaro
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