
Gli inspiegabili ritardi del sindaco Pecoraro nell’emettere l’ordinanza di interdizione dell’uso dei pozzi contaminati riaccende i riflettori sulla troppe volte e spesso dimenticata emergenza ambientale e sanitaria rappresentata dalla due discariche di rifiuti presenti nel territorio manduriano: quella dismessa de “Li Cicci” e quella, “La Chianca” attualmente in uso e gestita da Manduriambiente. Ne abbiamo parlato con Francesco Di Lauro, avvocato e storico ambientalista manduriano.
Avvocato Dilauro, cosa pensa di questi ritardi del sindaco Pecoraro nel giungere all’interdizione di quei pozzi preferendo così non agire secondo il principio di precauzione visto che si tratta di salute pubblica?
«Il ritardo è gravissimo e, cosa più importante, si aggiunge a criticità ambientali e di salute pubblica già pregresse ancora più gravi. Inoltre, come può l’Arpa impiegare due anni e mezzo per effettuare i rilievi e giungere a delle conclusioni? E’ gravissimo! Entrambi i fatti sono gravissimi ma il problema è notoriamente da anni più grande».
Cioè?
«Il problema principale è nato dal lasciar diventare una discarica dismessa come “Li Cicci”, che rappresenta una grandissima bomba ecologica, e contemporaneamente non chiudere l’altra discarica in funzione e gestita ancora oggi da Manduriambiente. Una discarica, quella de “La Chianca” che continua ad inquinare perché è accertato come tantissime sostanze tossiche derivino da quella discarica o quantomeno dalla malagestione di quella discarica. E’ evidente che l’impianto gestito da Manduriambiente debba essere chiuso così come sono state chiuse, per esempio, quella di Grottaglie e quella di Lizzano (quest’ultima chiusa addirittura solo a causa dei cattivi odori!)».
Quindi oltre a alla discarica gestita da Manduriambiente, i problemi riguardano la mancata bonifica della “Li Cicci”?
«Certamente! Un altro luogo in cui andrebbero svolte altre analisi è il sottosuolo della discarca “Li Cicci”: pur coperta con varie operazioni di maquillage per le quali sono stati spesi vari milioni di euro ogni 2/3 anni per metterla in sicurezza, non è attualmente sicura, ed è notorio che lo strato di argilla messo sotto la discarica al momento della sua costruzione sia inferiore di molti punti percentuali rispetto al necessario, forse perché si è preferito andare al risparmio al momento della sua costruzione, per questo andrebbe fatta una perizia per un carotaggio per verificare tale criticità».
Cos’altro?
«Un’altra cosa che va fatta a Manduria, assolutamente e in tempi rapidissimi, è uno studio epidemiologico per avere una mappa delle patologie sul territorio al fine di capire chi si ammala di cosa e in quali zone specifiche, secondo quali abitudini quotidiane, come, ad esempio, che tipo di acqua e cibi si consumano».
Prevenire e tutelare, quindi.
«Esatto! Estremamente importante è anche sapere quale è l’idrografia sotterranea delle falde del nostro territorio, cioè quale falda confluisce in quale altra. Questa mappa, resa pubblica, consentirebbe a chiunque avesse un pozzo, di fronte a qualche sospetto o segnalazione, quantomeno di eseguire delle analisi private là dove non arriva il pubblico, anche e soprattutto alla luce del fatto che le falde acquifere vanno a mare. E’ facile capire quindi come un inquinamento che nasce dalle discariche manduriane ce lo ritroviamo ben presto a San Pietro in Bevagna o all’interno Chidro».
Gabrio Distratis
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2 commenti
giorgio sardelli
dom 25 aprile 2021 03:59 rispondi a giorgio sardelliGiustissimo analizzare tutti i pozzi del territorio per capire come cammina la falda o le falde non basta bloccare il prelievo di acqua dai pozzi che rientrano nel raggio di tre KM. Comunque PECORARO DIMETTITI NON DIMOSTRI DI VOLERE BENE A CHI I TANTI HANNO AVUTO FIDUCIA IN TE E TUTTI I MANDURIANI COSA HAI ASPETTATO PER FARE L'ORDINAZA CHE TE LO ORDINASSE IL DOTTORE?
Lorenzo
dom 25 aprile 2021 08:17 rispondi a LorenzoParole sagge e indicazioni serie. Condivido pienamente anche se chi amministra non ha le competenze. Urge una Commissione comunale ad hoc che, partendo da questa discarica stili le necessarie soluzioni ai problemi ambientali di tutta Manduria, compresa l'abbandonata Marina/Bancomat. Opinione