
Senza dimora, respinto dall’unico parente diretto ancora in vita e in preda all’alcol. Così un uomo di 49 anni originario della provincia di Bari ma con residenza a Manduria ha trovato posto nel pronto soccorso dell’ospedale di Manduria dove crea problemi al personale e all’utenza poco disposti tutti a sopportarlo per le sue condizioni igieniche e per gli effetti alcolici che lo rendono violento. In giro per il paese da diversi giorni, della sua presenza hanno consapevolezza forze dell’ordine, servizi sociali del comune e il personale del 118 intervenuto più volte su chiamata dei passanti quando si addormenta su qualche panchina o sui marciapiedi. E ogni volta la stessa corsa in ambulanza per portarlo nell’unico posto possibile: il pronto soccorso del Marianna Giannuzzi che non ne può più. Ieri il dirigente del presidio sanitario ha nuovamente chiamato i carabinieri e la polizia locale chiedendo loro un intervento che sia risolutivo. Ubriaco più che mai ieri il 49enne si è ripresentato al pronto soccorso con due bottiglie di un superalcolico occupando una delle sedie a rotelle destinate ai pazienti. Si sarebbe poi spogliato urinando vicino all’ingresso dell’ambulatorio. «Una situazione insostenibile, qualcuno lo venga a prendere e trovi per lui una struttura idonea, ha bisogno di un aiuto che noi non possiamo offrire», ha dichiarato il dirigente del pronto soccorso Anselmo Caragli.
Dell’uomo che pare soffra anche di problemi psichiatrici, si era già occupato l’ufficio servizi sociali del comune di Manduria trovando per lui una collocazione provvisoria nella «Casa degli agrumi», una casa alloggio sociale per persone in difficoltà convenzionata con i comuni ed altre istituzioni che non ha potere di trattenere gli ospiti ai quali offre solo un servizio alberghiero lasciando loro la libertà di uscire quando vogliono.
Una sistemazione che non è durata molto perché ieri mattina il 49enne si è allontanato per procurarsi dell’alcol che avrebbe rubato da un vicino centro commerciale. Pare infine che la direzione della casa alloggio, invitata anche dal proprio personale che a sua volta lamentava comportamenti violenti dell’ospite diventato ingestibile, lo abbia dimesso.
E' nato quindi un serio problema di natura sociale oltre che sanitario che merita la massima attenzione da parte delle autorità locali. Toccherà a loro trovare una struttura adeguata alle problematiche presentate dall’uomo che è sé stesso vittima di un sistema che tende ad emarginare.
L’esistenza del senzatetto è nota ai dipendenti dei supermercati dove staziona all’ingresso chiedendo spiccioli ai clienti oppure, come è successo ieri, s’introduce furtivamente portando via bottiglie di superalcolici dei quali è ormai succube. Ad avere a che fare con lui più di tutti è il personale delle ambulanze del 118 che interviene ogni volta non potendo fare altro che portarlo in ospedale dove i sanitari non possono fare altro che alzare le mani e telefonare alle autorità cittadine. Un vizioso gioco al rimbalzo che non offre soluzioni e non garantisce all’etilista, senza casa e senza famiglia, quello di cui ha realmente bisogno, vale a dire un centro per la disintossicazione dalla sua dipendenza.
Nazareno Dinoi
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