
Dopo più di tre anni di oscurità, la facciata della chiesa madre di Manduria si mostra nuovamente in tutta la sua sacra maestosità. Ieri infatti sono stati rimossi i pesanti teli verdi che la ricoprivano e sono iniziate le opere di smontaggio dell’enorme impalcatura che l’ha coperta e nascosta alla visuale da giugno del 2021, data di apertura del cantiere per i lavori di consolidamento e adeguamento impiantistico commissionati dalla diocesi di Oria con fondi dell’8x1000.
Per la ripresa delle attività di culto e per la visita all’interno bisognerà però ancora attendere. I lavori terminati riguardano solo la parte esterna e la copertura del solaio che presentava gravi infiltrazioni dell’acqua che ha intaccato il rivestimento in legno della grande navata centrale della chiesa.
Intanto sarà finalmente possibile ammirare il magnifico rosone scolpito in pietra dura con triplice corona con angeli, figure di profeti, tralci di vite e altri ornati vari, tra i 33 rosoni pugliesi inseriti nell’elenco dei «Rosoni di Puglia» candidati a diventare Patrimonio mondiale Unesco. Oppure il monumentale portale centrale firmato e datato (1532) dal maestro Raimondo da Francavilla con ai lati i due leoni scolpiti nella pietra dura a guardia del luogo sacro.
La chiesa Madre, intitolata alla Santissima Trinità, si trova nel cuore del centro storico manduriano ed è l'edificio sacro più grande e importante della città. La fabbrica dell'attuale chiesa fu iniziata sul finire del XV secolo e ultimata intorno al 1562.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.