
Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lecce, Francesca Mariano, ha fissato per il 29 settembre prossimo l’udienza preliminare a carico dei manduriani, Vincenzo Mazza di 37 anni e Giampiero Pichierri di 45 che rispondono di estorsione con metodo mafioso. I due sono coinvolti in un’inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Maglie e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia che vede in tutto 23 persone imputate.
Nel corso delle indagini su un traffico di droga gestito da un gruppo malavitoso operante nei territori di Maglie, Martano e Zollino, gli investigatori della compagnia magliese al comando del colonnello Francesco Zaccaria, intercettarono delle conversazioni tra indagati salentini dove sarebbero emerse presunte responsabilità dei due manduriani.
Il loro coinvolgimento, secondo l’accusa, consisterebbe nell’aver dato prova di uno stretto collegamento di fratellanza tra il gruppo criminale magliese e la criminalità di questo versante orientale ionico legato alla sacra corona unita. Tutto sarebbe nato da un credito non onorato. Pichierri, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, avrebbe fornito della merce (prodotti cosmetici) per un valore di 4.500 euro ad un commerciante salentino che gliene aveva restituiti solo 3.800. Al fine di riscuotere il debito, sostiene sempre l’accusa, il 37enne manduriano si sarebbe rivolto a Mazza, noto pregiudicato manduriano, che a sua volta avrebbe interpellato il suo amico di Maglie, tale Francesco Zimari, tra gli arrestati nella stessa inchiesta, il cui intervento avrebbe fatto saldare il debito residuo di 700 euro.
I due manduriani che si dichiarano innocenti, Pichierri soprattutto che si dichiara vittima di un disguido, sono difesi dall’avvocato Franz Pesare (per Mazza) e Nicola Marseglia e Antonio Giuseppe Mazza (Pichierri). La pubblica accusa è rappresentata dalla pubblico ministero Giovanna Cannarile della Procura della Repubblica di Lecce.
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