Una nuova richiesta di verifica sui cattivi odori è stata indirizzata agli organi di governo cittadino e per conoscenza all’Agenzia regionale per l’ambiente e al Nucleo ecologico dei carabinieri. A presentarla è stato il movimento politico “Manduria Noscia” che apre nuove ipotesi circa l’origine della puzza che periodicamente, da anni ormai, rende la vita impossibile in città. Lo stesso tema occupa l’agenda politica dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle i quali hanno ricevuto la risposta ad una loro interrogazione a suo tempo presentata all’assessore all’Ambiente Giovanni Stea.
L’esposto del movimento civico locale firmato dal suo portavoce, Cosimo Breccia, accende i riflettori sulla discarica «Manduriambiente» e in particolare al modo in cui verrebbero ammassati i rifiuti. «Ho notato con stupore, ed ho materiale fotografico che lo testimonia – scrive Breccia -, che numerosi cumuli di rifiuti non sono coperti da "tufina", così come dovrebbe essere, che farebbe da filtro alle inevitabili esalazioni ed emissioni odorigene». Ricordando una sua precedente denuncia indirizzata alle istituzioni locali ad ottobre del 2018 riguardante sempre la questione delle emissioni che invadono il territorio, Breccia conclude la sua lettera sollecitando risposte alla sua nuova istanza «con azioni mirate ad accertare eventuali irregolarità».
Emissioni odorigene, Stea risponde e Galante “Sono stati stati avviati, da parte degli enti competenti, interventi di monitoraggio delle emissioni odorigene a Manduria per individuare la fonte delle emissioni e di fornire informazioni circa l’eventuale tossicità? È quanto chiede in un’interrogazione Marco Galante (M5S).
Da Bari, intanto, hanno già risposto alla richiesta di chiarimenti presentata dal consigliere regionale pentastellato, Marco Galante. L’assessore all’Ambiente, Stea, fa sapere «che il 20 febbraio scorso l’Arpa Puglia ha riferito che l’attività di controllo riguardava l’impianto di compostaggio Eden 94 Srl, autorizzato con Aia di competenza regionale con relative prescrizioni. La stessa Arpa – prosegue - ha evidenziato che le prescrizioni risultavano non ottemperate, pertanto è stata concessa una proroga di 30 giorni per adeguarsi alle autorizzazioni regionali. Quanto, invece, all’impianto di biostabilizzazione e di discarica gestito da Manduriambiente Spa – prosegue la nota dell’assessore -, la Regione Puglia è in attesa di ricevere dall’Arpa Puglia la documentazione sull’avvenuto controllo sull’attività di monitoraggio delle attività ispettive condotte a giugno 2018».
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2 commenti
giorgio sardelli
ven 13 settembre 2019 01:46 rispondi a giorgio sardelliche schifo, in attesa di risultati dei prelievi fatti nel giugno 2018, ma si rendono conto questa gentaglia di cosa combina alla comunità di cui fa parte anche lo stesso nucleo familiari loro? andate alla ricerca di una faccia per vergognarvi che quella che avete è di bronzo sicuramente
lorenzo
ven 13 settembre 2019 08:45 rispondi a lorenzoNeanche nel Ciapas messicano analisi e rilievi nonché risposte, hanno questi tempi biblici. Del resto visto come hanno gestito il problema della morte degli ulivi ... Che stile! Ce fruste! Mah povera Puglia