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Il boss della Scu è tornato mercoledì 30 luglio, nella vecchia masseria "Canali" a Torre Santa Susanna (dove vivono i suoi parenti), quella che un tempo fu la base operativa del gruppo criminale sgominato dai carabinieri nel 2008 nell'ambito dell'operazione Canali, coordinata dal pm Milto Stefano De Nozza, che portò all'arresto di 24 persone per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, contrabbando, armi ed estorsioni.
Il clan di Andrea Bruno era al centro di un sistema di collusione probabilmente senza precedenti in epoca moderna. Aveva tentato di mettere le mani nel business dell'eolico, di pilotare il voto delle amministrative e delle regionali del 2005. Andrea Bruno e due suoi "luogotenenti" sfuggirono all'operazione, ma furono catturati due mesi dopo, sempre dagli stessi carabinieri, in un trullo in contrada “Cocolicchio” sulle colline di Fasano, fu sorpreso mentre leggeva i giornali.
E' rinchiuso nel carcere di Novara per scontare una pena di 30 anni. Ieri ha messo nuovamente piede nella masseria di contrada Canali, l'unico bene sfuggito alla confisca (i sigilli sono stati posti su beni mobili e immobili del valore complessivo di 5milioni di euro), perchè ereditato dal padre. Per tre ore. Il permesso rilasciato dal tribunale di sorveglianza gli è stato concesso tenuto conto anche della buona condotta assunta in carcere. Guardato a vista dai carabinieri è andato a trovare la mamma, dopo tre ore è ripartito per il capoluogo piemontese.
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