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BRINDISI — Hanno bussato alle loro porte alle sei di ieri mattina, come si fa con i mafiosi, facendo sobbalzare nei letti mogli e figli. Li hanno portati in Questura e notificato a ciascuno di loro, 18 persone in tutto, il provvedimento di custodia cautelare. Poi, li hanno riaccompagnati a casa: il gip Giuseppe Licci ha concesso gli arresti domiciliari. Ben 29 componenti del Comitato dei disoccupati brindisini sono accusati di violenza privata aggravata, arbitraria invasione e occupazione di aziende industriali, sabotaggio, interruzione di pubblico servizio e, per alcuni di loro, evasione. Soltanto in 18 però meritano l'arresto, gli altri 11 sono indagati a piede libero. A fare davvero rumore è un nome fra gli altri, quello di Bobo (all'anagrafe Roberto) Aprile, icona della sinistra brindisina, fondatore dei Cobas, il cui nome è conosciuto ben al di là dei confini della «sua» Brindisi. C'è anche lui tra gli arrestati.
Per gli agenti della Digos, guidati dal dirigente Vincenzo Zingaro, e per la Procura, pm Pierpaolo Montinaro, gli indagati avrebbero agito con violenza nei confronti del titolare, Mario Montinaro, e dei dipendenti di Monteco, l'azienda salentina che a Brindisi si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Si sarebbero resi responsabili di manifestazioni non autorizzate, dell'occupazione della sede dell'azienda, di minacce al titolare e ai lavoratori e di insulti nei confronti dell'ex sindaco Domenico Mennitti, di aver impedito l'uscita degli autocompattatori Monteco e, quindi, la raccolta dei rifiuti.
Gli episodi contestati si concentrano nei primi giorni dello scorso mese di marzo e hanno origine dal fatto che Monteco abbia portato a Brindisi tutti lavoratori salentini. I brindisini, tra i quali i disoccupati si contano a migliaia, chiedono spazio, soprattutto perché si tratta di un servizio pagato dalle casse comunali, e quindi della collettività, ma l'azienda non intende farsi imporre i criteri di scelta del proprio personale. La protesta monta, i disoccupati si riuniscono in Comitato e chiedono a Bobo Aprile di aiutarli.
Aprile è in politica dal 1972, prima con Lotta Continua, poi con altri movimenti della sinistra, infine come fondatore e responsabile dei Cobas. Conosciuto in Puglia e in Italia, il suo impegno lo ha portato in Kurdistan, in Belgio e ovunque ci fosse un diritto da difendere. Sempre presente alla testa delle manifestazioni, con il megafono in mano a spiegare le ragioni della protesta, è spesso stato di supporto alle forze dell'ordine quando, grazie ai suoi meriti da tutti riconosciuti di onestà e coerenza, ha evitato che la rabbia e l'animosità di qualche manifestante sfociasse nella violenza.
Così, ancora una volta, nonostante sia ormai alla soglia della pensione e accusi qualche acciacco dovuto all'età, non esita un attimo a mettersi alla testa del Comitato. Il primo di marzo i disoccupati organizzano un sit-in davanti a Monteco e, con le loro auto, impediscono l'uscita dei mezzi: la manifestazione non è autorizzata. Il giorno seguente, la protesta si ripete, ma i manifestanti vengono dispersi dalla polizia. Il 9 di marzo, infine, 34 persone vengono denunciate per aver occupato il salone di rappresentanza del Comune. Nel Comitato ci sono anche persone note alle forze dell'ordine e questo diventa il puntello di alcune ipotesi investigative.
Al procuratore capo, Marco Dinapoli, al questore, Alfonso Terribile, al pm Montinaro e al capo della Digos Zingaro, i giornalisti hanno chiesto perché, visto che agli indagati è stato anche notificato l'atto di conclusione delle indagini, e non c'è quindi il pericolo di inquinamento delle prove, si siano resi necessari gli arresti. La risposta è nelle parole scritte dal gip: «Il pericolo di reiterazione di analoghe condotte è attuale, in quanto gli indagati hanno dimostrato di non tollerare la presenza in loco della ditta Monteco e, quindi, non può escludersi che in seguito, anche accampando pretese inconsistenti, vengano posti in essere atteggiamenti pretestuosi facendo ricorso, non avendo altri argomenti, all'uso della violenza». Rimarranno, dunque, agli arresti fino a quando Monteco sarà a Brindisi? A Bobo Aprile (difeso dall'avvocato Mauro Masiello), il gip imputa il ruolo di «promotore e istigatore delle attività illecite». «Pur non potendosi considerare "recidivo", avendo egli riportato solo una condanna per contravvenzione e non per delitto (in 40 anni di attività politica, ndr) - scrive Licci riferendosi ad Aprile - ha comunque svolto un ruolo di primaria importanza ed è difficile che possa beneficiare della pena sospesa».
Ieri, a Bobo Aprile sono arrivate decine e decine di messaggi di solidarietà e richieste di scarcerazione immediata da ogni parte d'Italia, dal Partito della Rifondazione comunista a Italia dei valori, da Medicina democratica ai Verdi alle tante associazioni locali. Significativi quelli dei sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. «Sono amareggiata e preoccupata, chi conduce una battaglia sindacale non può essere considerato un criminale». Queste le parole di Michela Almiento, segretaria della Cgil, che ieri mattina era presente alla conferenza stampa della Procura.
Francesca Mandese sul Corriere del Mezzogiorno
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4 commenti
rufus
ven 14 ottobre 2011 12:09 rispondi a rufusMALEDETTO STATO.
Leonardo
gio 13 ottobre 2011 10:52 rispondi a LeonardoAMICI.... E' GIUNTA L'ORA DI FARE " RIVOLUZIONE" E' O NON E' IL POPOLO CHE COMANDA ???????????????? ALLORA COSA ASPETTIAMOO ???????????
Antonio
gio 13 ottobre 2011 08:38 rispondi a AntonioAdesso non si pu chiedere nemmeno un lavoro, siamo rovinati.
FABIO
gio 13 ottobre 2011 08:19 rispondi a FABIOGIUSTIZIA IN ITALIA.......... SEMPLICEMENTE NON ESISTE!!!!!! UNO DI NOI BOBO CHE VIENE ARRESTATO COME UN MAFIOSO E CHI REALMENTE IN ITALIA COMMETTE DI TUTTO E DI PIU' RIMANE LIBERO C'E' SOLO DA VERGOGNARSI!!!!!!! UN SINDACALISTA ANZI.... IL SOLO SINDACALISTA CHE HO MAI INCONTRATO A BRINDISI UNO CHE E' REALMENTE DALLA PARTE DI NOI LAVORATORI NON PUO' E NON DEVE ESSERE TRATTATO IN QUESTO MODO E' UNA VERA E PROPRIA VERGOGNA!!!!!