Amara terra | © La Voce di ManduriaMary Malorgio, figlia di ex emigranti in Argentina dove è nata con altri due fratelli. Nicolas Tosin, nigeriano di 18 anni, sbarcato a Lampedusa a maggio del 2016 dopo una drammatica traversata con un gommone. Dem Amat, 21 anni, ha dovuto lasciare il suo Paese, il Gambia, per problemi di povertà, il suo lungo viaggio per l’Italia è durato quasi 2 anni perché nei vari paesi di transito ha dovuto lavorare e pagare le organizzazioni che si occupano del traffico di migranti. Sono tre persone, tre storie che si racconteranno domenica prossima sul palco di «Amara terra», la festa della Voce di Manduria che quest’anno è dedicata a Domenico Modugno e ai migranti di tutti i popoli di tutti i tempi.
Mary Malorgio, figlia di manduriani emigranti in Argentina dove anche lei è nata. Il suo sarà un omaggio ai suoi genitori che ora non ha più. Racconterà i ricordi narrati chissà quante volte di quel lungo viaggio di giovani sposi partiti da Manduria in cerca di fortuna in Argentina con la classica valigia di cartone legata con lo spago. Mary ricorderà il drammatico viaggio dei suoi genitori su quella nave durato quasi un mese. Quel viaggio di paura e di dolori, le tempeste con la nausea e i vomiti scambiati per mal di mare e che erano invece i sintomi della prima gravidanza della giovane sposa.
Toccherà poi ai migranti di oggi. Sul palco saliranno due profughi che per la prima volta racconteranno in pubblico i loro drammi, le loro ferite dell’anima. Nicolas Tosin, nigeriano, che ora vive a Taranto con la volontà di integrarsi, parlerà delle tragedie della sua famiglia di origine, delle impossibili condizioni di vita del suo paese, dello sporco traffico di esseri umani di cui è stato vittima come oggetto di scambio per loschi affari. Nicola ora studia a Taranto ed è stato affidato dal tribunale ad una famiglia di San Giorgio.
Dal Gambia è iniziato invece il lungo viaggio durato due anni di Dem Amat. Dal Gambia al Mali poi la Libia, infine l’Italia via mare. Dem parlerà il suo passaggio del deserto del Sahara stipato con altri 35 disperati nel portabagagli di una Jeep. Ricorderà la gente che cadeva dal Pick-Up e veniva lasciata senza vita a terra, oppure nel lungo attraversamento del deserto del Sahara ragazzi che morivano disidrati, un viaggio nel deserto durato più di 10 giorni; poi la permanenza in Libia, le aggressioni e violenze subite dai miliziani infine il viaggio per l’Italia a bordo di una piccola imbarcazione dove erano stati caricati 150 ragazzi. Dem Amat ricorderà che solo in quel piccolo tratto di mare dove poi sono stati raggiunti da una nave Ong siano morti 40 ragazzi per la calca e il troppo carico.
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