
È stata eseguita ieri mattina, nell’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, l’autopsia sul corpo del ventottenne manduriano, Cosimo Calò, morto il 24 febbraio scorso nella rianimazione dello stesso nosocomio dopo quasi tre mesi dal ricovero dovuto ai traumi di un incidente stradale. Il medico legale che l’ha eseguita per conto della Procura della Repubblica che indaga tre persone, due medici e il conducente dell’autovettura coinvolta nello scontro avvenuto l’8 dicembre 2019 a Crispiano, ha chiesto sessanta giorni di tempo per esprimersi circa le cause che hanno determinato il decesso del giovane. A stroncarlo, quando già i sanitari che lo avevano in cura stavano programmando il suo trasferimento in un centro per la riabilitazione motoria, sarebbe stata una setticemia. Sospetto a cui solo l’esito degli esami biochimici potrà dare certezza. Contestualmente si tratterà di capire la natura e l’origine dell’infezione che ha causato la morte nel giro di 48-36 ore.
I tre indagati che hanno ricevuto l’avviso di garanzia quale atto dovuto per consentire loro di difendersi, devono rispondere di omicidio colposo. I due sanitari anche di lesioni personali. L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Daniela Putignano, è stata avviata a seguito di denuncia presentata dai genitori del ragazzo che si sono affidati all'avvocato Antonio Liagi. Da allora la salma conservata nell’obitorio del Santissima è rimasta a disposizione della magistratura che per il sopraggiungere delle restrizioni conseguenti all’emergenza Covid ha dovuto allungare i tempi prima di fissare la data dell’esame autoptico eseguito ieri dal medico legale Domenico Urso. Al suo consulente tecnico il pubblico ministero ha chiesto di accertarsi se la morte del giovane sia direttamente collegabile con le lesioni riportate nell’incidente stradale e se le condotte terapeutiche adottate dai due medici siano state adeguate e tempestive in relazione al quadro clinico. Il medico legale è stato inoltre invitato a valutare tutto il decorso ospedaliero di Calò al fine di escludere «negligenze, imprudenze, imperizie ed errori o rilevanti ritardi» nella condotta dei sanitari.
Nell’incidente nel giorno dell’Immacolata a Crispiano, il ventottenne era alla guida di una Fiat Punto con a bordo il padre rimasto ferito in maniera non grave. Ad un incrocio la sua utilitaria si scontrò con un’altra autovettura guidata dal terzo indagato, un crispianese di 65 anni, ferito anche lui ma non gravemente. Dopo un periodo di coma dovuto ad un trauma cranico e una forte contusione polmonare, il manduriano aveva ripreso coscienza ed era stato dichiarato fuori pericolo prima del tragico improvviso epilogo.
La famiglia Calò assistita dall’avvocato Liagi ha nominato il medico legale Leonardo Vitale mentre gli indagati hanno affidato incarico agli specialisti Marcello Chironi, Pietro Aresta e Giuseppe Carbotti. Le difese sono invece rappresentate dagli avvocati Mario Bucci, Raffaele Errico e Gemma Greco.
La salma di Cosimo Calò ha raggiunto ieri l’obitorio del cimitero di Manduria dove oggi pomeriggio, per le restrizioni sul distanziamento sociale contro la diffusione del coronavirus, si terrà la benedizione e il triste saluto dei parenti. Toccherà all'agenzia "La Pietà" invece occuparsi dei servizi funebri.
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.