«Nell'attesa che voi decidiate se farmi andare regolarmente o no a scuola con i miei compagni, io gioco e mi rilasso. In realtà io a scuola dovrei andarci di diritto, e mi piace pure. I miei amici mi aspettano, ma voi vi state mettendo proprio di traverso a che questo avvenga». In queste parole che Ludovico trasmette attraverso sua madre, c’è l’assurda storia di sette comuni, di sette sindaci e di un ambito sociale che fa capo al comune di Manduria, sindaco Gregorio Pecoraro in testa, che non riescono a garantire un diritto costituzionalmente riconosciuto, quello allo studio e all’istruzione, per mancanza di soldi. Di pochi, per la verità, quanti ne bastano per pagare una figura in grado di sostenere Ludovico nel suo percorso scolastico. Tecnicamente di assistente alla comunicazione specializzata in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) e per l’assistenza igienico-personale, un operatore socio sanitario (OSS).
Poco più di un’insegnante di sostegno, insomma, che anche il tribunale di Taranto ha riconosciuto essere un diritto per il ragazzo e un dovere per i sette comuni dell’ambito manduriano condannati a garantire quel diritto ma contro il quale quei comuni si ostinano ad opporsi incaricando e pagando (5mila euro), un avvocato con il compito di ricorrere contro quella sentenza e disconoscere quel dovere.
Tutta una questione di soldi. Soltanto? Io ci metterei anche l’indolenza di una politica lontana dai bisogni delle persone e inadatta al ruolo. Di politici, perché di loro stiamo parlando, di nomi e cognomi, di professionisti, di padri e madri, di sindaci e assessori che non riescono a trovare nei bilanci dei propri comuni quello che serve a Ludovico e a tanti come lui (pochi, per fortuna, tra tutti i comuni dell’ambito), per avere una vita normale. Niente di più, niente di chissà che cosa.
Basterebbe poco. Basterebbe mettere un po’ si soldi da parte come si fa nelle famiglie, così potrebbero fare quei sette sindaci. Magari risparmiando sulle spese inutili. E qui conviene fermarsi perché proprio il comune capofila di quell’ambito ottuso si è dimostrato il più generoso di tutti nelle spese superflue. Al solo comune di Manduria sarebbe bastato un quarto di quel risparmio per garantire a Ludovico un sereno rientro a scuola. Rinunciare a qualche ricco babbo natale, a qualche spettacolo senza spettatori, e ad altri eventi per pochissimi intimi costosi quanto inutili all’insegna dello sfarzo e delle mani bucate con i soldi degli altri.
Chiudo con le parole di Ludovico contenute alla fine di quel post che la brava mamma coraggio, Fabiola, ha sbattuto in faccia a quei sette sindaci. «Le vacanze natalizie stanno terminando. Mi farete stare a casa fino alle vacanze estive? No, così, per regolarmi. È che non posso difendermi...ma se potessi parlare».
Nazareno Dinoi
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2 commenti
Franco
dom 9 gennaio 2022 07:13 rispondi a FrancoChissà se questi signori leggendo questo articolo provino non compassione per dei diritti acquisiti,ma VERGOGNA. Vediamo che ne pensa Max Laudadio di questa situazione quando riceverà queste informazioni FORZA LUDOVICO
Immacolata Mariggiò
sab 8 gennaio 2022 08:04 rispondi a Immacolata MariggiòSe come leggo qui un diritto così fondamentale viene negato, a questa mamma mi sento di dire: "Signora vada avanti, non si arrenda, non ceda di un millimetro sui diritti di suo figlio". A tutte le altre mamme e persone della scuola interessata, e non solo, vorrei dire: "Sostenetela e battetevi con lei, perchè tutti i bambini abbiano pari diritti".