Le dichiarazioni riportate ieri in un articolo circa la pretesa necessità di avere un depuratore per ottenere la “bandiera blu” richiedono doverose precisazioni:
1) L’impianto di Urmo non tratterà (almeno fino al 2038) gli scarichi delle Marine di Manduria, come attestato in relazione al progetto dalla stessa AQP;
Azzurro Ionio afferma, da anni, che l’impianto di Urmo nasce, da un lato, inutilmente enorme. Non ha alcun senso dotare due importanti, distanti ed autonomi agglomerati (Sava e Manduria) di un unico, mega impianto.
Dall’altro, quando mai dovessero confluirvi le acque reflue delle Marine di Manduria (previsioni anno 2038 !), l’impianto sarà del tutto sottodimensionato rispetto alle esigenze.
2) La bandiera blu è riconosciuta sulla base di 33 (trentatre) diversi criteri. Tra questi non è previsto che ci debba essere un impianto di depurazione.
Peraltro, le Marine non vedranno trattate le acque per molti anni ancora.
3) La bandiera blu e’ stata di recente conferita al Comune di Maruggio, che tratta solo in piccola parte i reflui della marina e, soprattutto, ha un impianto poco invasivo dimensionato alle proprie necessità, non un megaimpianto come Urmu. Giusto per ricondurre nell’alveo della correttezza certe dichiarazioni assolutamente strumentali circa il binomio ‘depuratore=bandiera blu’, molti comuni hanno poi perso questo riconoscimento pur avendo i depuratori, anzi, proprio in una di queste ‘bandiere blu’, Carovigno, e proprio in queste ore, sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Brindisi molti responsabili di AQP per aver gravemente alterato l’oasi marina di Torre Guaceto con gli sversamenti del depuratore ‘modello ’ di Francavilla Fontana. Occorrerà inoltre invitare l’ autore delle dichiarazioni a rileggere i criteri per la assegnazione della bandiera blu, tra essi potrà scorgere anche ‘la mancanza di scarico di reflui in mare’( fonte : Puglia.in.net)
E’ incredibile: è stato costruito un impianto a Urmo, prima ancora di sapere dove finirà l’acqua depurata (diventerà un’altra cattedrale nel deserto?), cioè senza autorizzazione allo scarico. E per di più l’impianto previsto non servirà ancora (per interi lustri ) le Marine di Manduria.
Il buon senso, merce rara, avrebbe voluto il contrario. Questa si può definire come la “politica del fatto compiuto”: prima costruisco un impianto, poi autorizzo tutto il resto, anche a costi ambientali, di gestione e manutenzione altissimi (a carico degli utenti).
Azzurro Ionio dice sì alla depurazione delle acque, ma fatta responsabilmente, a costi sostenibili e nel rispetto dell’ambiente: territorio e mare.
Avvocato Francesco Di Lauro per Azzurro Ionio
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2 commenti
Lorenzo
gio 13 maggio 2021 07:22 rispondi a LorenzoCome al solito dichiarazioni sensate e supportate da elementi reali. Solo i prevenuti non possono capire o fanno finta. Nella riserva del Chidro a meno di 2 km del depuratore di Urmo, la stessa mentalità ha lasciato una struttura in cemento armato, con vasche enormi che, nei gloriosi anni 80' doveva portare l'acqua salmastra nelle campagne. Tutto abbandonato e soldi spariti. La Marina di Manduria ha già la bandiera blu da decenni, semmai sono stati i politici locali a non vederla. Opinione
Manduriano
gio 13 maggio 2021 05:45 rispondi a MandurianoSi dovrà costruire un impianto solo per le marine.... .Si dai sarà bellissimo......aspetteremo con ansia.