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Il rinnovo delle concessioni balneari dal punto di vista del concessionario

Il rinnovo delle concessioni balneari dal punto di vista del concessionario Il rinnovo delle concessioni balneari dal punto di vista del concessionario | © n.c.

Gentilissimo direttore, in merito all'iniziativa del capogruppo dei “Progressisti”, avvocato Domenico Sammarco e alla proposta di quest'ultimo di non procedere al rinnovo automatico delle concessioni demaniali, ma bensì ad una sospensione o a una proroga di solo tre anni, vorrei riportarle alcune precisazioni.

Innanzitutto occorre chiarire che, come ben noto ai più, il Tar di Lecce ha già demolito, con decine di recenti pronunce, l'ipotesi di non applicare l'estensione delle concessioni balneari fino al 2033 e di procedere invece con  una proroga tecnica di soli tre anni. Riporto solo alcune delle sentenze: n° 71/2021, n° 72/2021, n° 73/2021, n° 74/2021, n°75/2021. 

Il Tribunale amministrativo, non solo, ha accolto tutti i ricorsi proposti dagli imprenditori balneari contro analoghe iniziative, ma ha anche ribadito l'obbligatorietà per le pubbliche amministrazioni di applicare la proroga.

Il Tar ha sottolineato che la direttiva Europea, non è autoesecutiva, la stessa non può prevaricare quanto sostenuto dal legislatore italiano, il quale ha prorogato i titoli concessori per ulteriori 15 anni. In poche parole, il funzionario comunale non può non applicare la proroga e un eventuale diniego o diverso provvedimento risulterebbe solo una violazione della legge. 

Pertanto, è chiaro e pacifico che l'amministrazione Comunale di Manduria, non ha fatto altro che provvedere ad un atto dovuto, attenendosi a quanto previsto dalla legislazione vigente e all'orientamento giurisprudenziale. Altrettanto chiaro, quasi ovvio, è prevedere il rigetto del ricorso proposto dal garante della concorrenza.

Cordialmente

Stefano Rucco, gestore stabilimento balneare “Momà”, San Pietro in Bevagna

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1 commento

  • Renzo
    ven 26 marzo 2021 12:55 rispondi a Renzo

    I “manovratori” non si fermano neanche di fronte all’evidenza, il Sig Rustichelli (antitrust) andrebbe indagato per le sue assurde ed incomprensibili iniziative a “random”, ma soprattutto perché non tiene conto dei diritti più elementari di una intera categoria di 30.000 imprese, oltre a sostenere una “direttiva”europea gravemente discriminante, che danneggia solo e soltanto gli italiani, a vantaggio esclusivo di tutti i Paesi europei. Una “storia” assolutamente ridicola se non criminale.

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