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Il lichene manduriano scomparso nell’'800

Il lichene manduriano scomparso nell’ Il lichene manduriano scomparso nell’'800 | © n.c.

Sintesi della ricerca scientifica pubblicata sulla rivista “Thalassia salentina” riguardante la flora lichenica dell'agro di Manduria (lavoro che ha portato alla riscoperta del lichene Teloschistes chrysophthalmus, la cui ultima segnalazione per tutta la Puglia risale alla fine dell'800).

Nel presente lavoro è riportato un primo censimento della florula lichenica dell'agro di Manduria, sito che occupa la parte sud orientale della provincia di Taranto, ad oggi poco esplorato in ambito lichenologico probabilmente a causa della forte vocazione agricola di questa terra e del suo alto grado di antropizzazione. Tuttavia questo territorio rappresenta un ottimo serbatoio di biodiversità, anche se i siti d'interesse naturalistico sono ormai fortemente ridotti e rappresentano ciò che resta dell'antica vegetazione spontanea denominata Foresta Oritana che fino all'Ottocento si estendeva nel Salento superiore.

Di tale foresta restano ormai solo zone di macchia degradata e gariga, troppo spesso soggette ad incendi, e pochi boschi residui, tra cui Bosco Cuturi e Bosco Rosamarina, che si trovano appunto nell'agro di Manduria. Questi boschi sono prevalentemente popolati da lecci, ma anche da arbusti tipici della macchia mediterranea. L'indagine sulla flora lichenica è stata preceduta dalla raccolta dei dati bibliografici presenti in letteratura riguardanti il Salento e integrati con le informazioni ecologiche, tassonomiche e distribuzionali presenti su ITALIC 5.0 (Nimis and Martellos, 2017); l'identificazione è stata effettuata fondamentalmente in campo e quando necessario in laboratorio.

La ricerca si è concentrata in particolar modo su alcuni dei siti naturalistici dell'agro di Manduria (Bosco Cuturi e Bosco Rosamarina), sulla macchia e sulla gariga in Contrada Marina e presso il Monte del Diavolo, oltre che in uliveti della zona, esaminando, fotografando e catalogando le popolazioni licheniche presenti sulla flora arbustiva e arborea, sul suolo e su substrati rocciosi (rocce affioranti e muretti a secco). La ricerca ha portato all'individuazione di 68 specie, prevalentemente taxa temperato-mediterranei in accordo con le previsioni distribuzionali della zona ricadente nella fascia del Mediterraneo secco (Nimis, 2016). Nei boschi si è riscontrato una prevalenza e più ampia varietà di licheni foliosi e fruticosi e tra questi Parmotrema hypoleucinum e Parmotrema pelatum sembrano aver trovato nelle leccete di Bosco Cuturi e Bosco Rosamarina il loro habitat ideale. Invece nella macchia e nella gariga si ha una prevalenza sul terreno di Cladonia foliacea f. convoluta e Cladonia rangiformis, mentre sugli arbusti di macchia e sugli ulivi prevalgono le forme crostose come Lecidella elaeochroma e Lecanora chlarotera, insieme ai licheni foliosi Xanthoria parietina e Physcia adscendens. I substrati litici sono colonizzati prevalentemente da Verrucaria nigrescens, Variospora aurantia e Xanthocarpia ochracea.

Di notevole importanza è la riscoperta di Teloschistes chrysophthalmos, segnalato per la prima e unica volta in Puglia da Jatta nel 1889 ed inserito nella lista rossa dei licheni d'Italia. È stato ritrovato su diversi alberi sia nei boschi che su alberi isolati, dimostrando l'importanza ecologia del sito.

Stefano Gianfreda e Cosimo Matino, docenti dell'IISS “Del Prete-Falcone”' di Sava

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