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?La politica dell’anagrafe: analisi sull’età delle coalizioni

?La politica dell’anagrafe: analisi sull’età delle coalizioni ?La politica dell’anagrafe: analisi sull’età delle coalizioni | © n.c.

"Occorrono forze giovani per governare la città": è questo lo slogan che il candidato sindaco Domenico Sammarco va ripetendo, quasi come un mantra, ad ogni uscita pubblica (compresa la breve ospitata su La7 di qualche giorno fa) spostando di fatto la contesa elettorale tra lui e l’altro candidato sindaco, Gregorio Pecoraro, su una questione di scelta generazionale ed anagrafica. Sammarco “il giovane” contro Pecoraro “il vecchio”? E’ davvero così? A parte le carte di identità personali dei due sfidanti che parlano chiaro, si tratta davvero di una sfida elettorale tra “giovani e vecchi”? Prendendo le liste elettorali e facendo dei rapidi calcoli, la situazione non sembrerebbe dare ragione in pieno al giovane avvocato. Se infatti calcoliamo l’età media di ciascuna lista a supporto di Sammarco, cinque, e di Pecoraro, quattro, la realtà dei numeri che vien fuori è pressochè identica.

Abbiamo considerato i primi 7 candidati consiglieri di ogni lista in ordine di preferenze ottenute, tralasciando gli altri perché la presenza di molti, forse troppi, candidati con zero voti avrebbe falsato i dati ottenuti, e abbiamo calcolato le medie anagrafiche di singola lista, dell’intera coalizione e infine anche l’età media degli eletti in consiglio comunale in caso di vittoria di Pecoraro o di Sammarco.

La lista con il coefficiente anagrafico più bassa è “Movimento Democratico” (che supporta Pecoraro) con una media generale di 35 anni, seguita da “Manduria Migliore”, 37 anni. La lista più “vecchia” è la “Lista Pecoraro” con 51 anni in media seguita da “Senso Civico” (Sammarco) con coefficiente di 50 anni. Nel mezzo si trovano “Citta più” (Pecoraro con 48 anni), “Movimento 5 stelle” (Pecoraro, 45 anni), “Partito Democratico” (Sammarco, 44 anni), “Scelta Comune” e “Federcivica” (Sammarco, 42 anni entrambi).

Questi dati, sommati, restituiscono due dati molto simili: la media anagrafica delle liste a supporto di Pecoraro è 44,7 anni, mentre quelle di Sammarco hanno in media 43 anni.

Forse uno scarto troppo risicato per parlare di scelta generazionale e di ventata di aria giovane.

I numeri cambiano di poco se consideriamo l’età media dei possibili eletti in consiglio comunale in caso di vittoria di uno o dell’altro candidato. Con Pecoraro i consiglieri di maggioranza avrebbero un’età media di 50 anni, con Sammarco invece di 45,5 anni. Anche in questo caso, forse, troppo poco per gridare alla “rivoluzione giovane”.

Facile ricordare come l’ultimo consiglio comunale, quello eletto nel 2013, fosse pieno di consiglieri nuovi, mai eletti prima, giovani, alcuni anche di bella presenza. Ancora più facile ricordare, però, come quel consiglio comunale sia stato consegnato alla storia (triste e vergognosa) di questa città.

Ma, andando oltre i numeri, è davvero utile ed intelligente parlare di categorie come “giovani” e “vecchi” quando si tratta di contese elettorali e politiche? Davvero si vuole ridurre tutto alla questione anagrafica? Perché per qualsiasi altro campo delle nostre vite quotidiane non guardiamo la carta di identità ma preferiamo affidarci a persone esperte, competenti, empatiche, cordiali, sagge, fidate, intelligenti, oneste e nella politica invece dovremmo preferire solo chi è più giovane, senza guardare altro? Perché nel caso della scelta di un medico, ad esempio, preferiamo affidarci a quelli più esperti, competenti, che abbiano studiato a lungo e che hanno a cuore la formazione continua, mentre, di contro, nella scelta degli amministratori questi criteri sembrano avere sempre poca importanza?

Gabrio Distratis

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