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?E se la risposta al depuratore venisse dal Recovery Plan?

?E se la risposta al depuratore venisse dal Recovery Plan? ?E se la risposta al depuratore venisse dal Recovery Plan? | © n.c.

Gentile Direttore, gli ultimi giorni sono stati contrassegnati dalle reazioni alla diffusione della nota del Ministero dell’Ambiente che ha ufficialmente bocciato ogni soluzione alternativa allo scarico in mare del costruendo depuratore Manduria-Sava. Tra l’altro, si è poi rivelato che la nota fosse di oltre un mese fa, ma questa è un’altra storia. Sono così andati in frantumo anni ed anni di studi, di manifestazioni, di conferenze di servizi, tagliando le gambe un po’ a tutti.

Ed, inevitabilmente, è partita la corsa al rimpallo delle responsabilità, fra vari “te le avevo detto”, riesumazioni di vecchi episodi e documenti, insomma tutto degno di una avvincente spy-story.

Peccato o per fortuna che, mentre noi siamo qui a riannodare i fili della storia, l’Italia e l’Europa stiano guardando al futuro ed il futuro oggi si chiama Recovery Plan, o meglio Next Generetion Eu.

Ora, non è mia intenzione in questa sede, aprire un dibattito su questo enorme plafond di fondi comunitari, di cui 209 miliardi destinati all’Italia, ma se qualcosa di buono lo ha fatto, senz’altro è aver stimolato la nostra classe dirigente a dedicarsi, finalmente alla programmazione del futuro.

Proprio due giorni fa, il Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae) ha presentato a Palazzo Chigi la bozza delle linee guida del Recovery Plan preparato dal governo.

E, strano scherzo del destino, fra le diverse “missioni” del Piano, come si può leggere nitidamente alla pagina 11 del documento (facilmente scaricabile online), compare l’obbiettivo “Gestione integrata del ciclo delle acque (anche ai fini irrigui) e monitoraggio della qualità delle acque interne e marine ai fini degli interventi di contrasto all’inquinamento.”

Ciclo delle acque che ormai è divenuto una sorta di mantra per tutti noi impegnati, a vari livelli, in questa estenuante vicenda dello scarico a mare.

Queste linee guida saranno discusse nei prossimi giorni in Parlamento e poi in Conferenza Stato-Regioni, prima di essere trasmesse a Bruxelles.

A questo punto, penso che il compito di qualunque rappresentante del nostro territorio nelle aule legislative dovrà essere quello di far rilevare la contraddizione fra la nota del Ministero dell’Ambiente e l’obiettivo espresso dalle linee guida del Governo per il Recovery Plan, in quanto ogni forma di scarico in mare di acque depurate è in assoluto contrasto con il proposito di gestire il ciclo delle acque e combattere lo spreco dell’acqua (come espresso testualmente da una recentissima intervista televisiva del Ministro Amendola).

Non si può negare che, in questa fase, il Governo non sia sensibile al dialogo con le Regioni, pertanto qualcuno dovrà per forza di cose dare una risposta, contraddicendo o il Dirigente del Ministero o le linee guida del Piano. Rischieremmo di restare nel passato, in un’Italia che progetta il futuro.

La sfida è enorme e non riguarda soltanto noi. Si tratta di disegnare un modello di modernità e di Economia Circolare, che consideri l'acqua come risorsa da non sprecare, perché non ha senso parlare di sviluppo sostenibile e di Green New Deal, senza una vera ed unica strategia sul recapito finale delle acque reflue. Per questo, come già avevo prospettato diversi mesi fa, io penso che questo argomento vada portato anche sul tavolo del Cis Taranto, essendo un’occasione in cui ci si appresta a ridisegnare con coraggio la nostra Terra Jonica, con risorse economiche finalmente vere e consistenti. E, soprattutto, perché altre realtà della Provincia vivono la nostra stessa situazione, basti pensare al depuratore Gennarini.

Lo so, Direttore, possono sembrare luoghi di confronto distanti e dispersivi per noi, ma compito della politica, a mio avviso, è saper vivere appieno il contesto storico in cui opera ed oggi nulla ha più occhi puntati addosso del Recovery Plan.

Insomma, la palla passa ancora una volta alla politica, guardando avanti magari, piuttosto che indietro.

Perché se l’obiettivo è vincere una campagna elettorale parlare del passato può anche essere utile, ma se si vuol risolvere qualcosa, occorre alzare la testa e guardare il mondo intorno a sé.

Salvatore Luigi Baldari

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3 commenti

  • Angela
    mar 15 settembre 2020 07:05 rispondi a Angela

    Caro Baldari, vedi che differenza tra i commenti su altri articoli dove si inveisce contro tutto e tutti non sapendo cosa dire e i commenti che hai ricevuto su questo tuo serio ragionamento? Purtoppo qua si è perso il lume della ragione ma non il vizio di straparlare. Continua così.

  • Giovanni Cazzato
    dom 13 settembre 2020 02:26 rispondi a Giovanni Cazzato

    finalmente cose serie!

  • Luca m.
    sab 12 settembre 2020 07:39 rispondi a Luca m.

    Giuste osservazioni

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