Quando il comune venne sciolto per infiltrazione mafiosa tutti abbiamo pensato che Manduria non meritava un’onta così infamante e per molti aspetti è vero: chi di noi ha pensato e pensa che anche a Manduria esiste veramente la mafia? nessuno. Ciò non ci deve sorprendere, rientriamo nella media di una piccola indagine condotta d’all'Associazione Libera in diverse città d’Italia da Nord a Sud:
- alla domanda se esiste la mafia? il 99% risponde si ;
- alla domanda se nella vostra città esiste la mafia?’ il 99% risponde no .
E’ una delle riflessioni fatte dall’onorevole Rosi Bindi durante l’incontro sulla legalità che si è tenuto l’altro ieri al teatro Don Bosco organizzato dalle scuole.
Capire perchè è successo serve per evitare che si ripeta: lo ha detto il giornalista Paolo Borrometi nell’incontro che si è tenuto sul comune giorni addietro e lo ha ribadito con chiarezza ieri l’onorevole Bindi.
La Bindi ci ha spiegato che sciogliere un comune per infiltrazione mafiosa è una procedura complessa e molto rigida, nessuno si assumerebbe la responsabilità di gettare un’onta così infamante su un’intera comunità se non dopo aver acquisito una dettagliata documentazione da sottoporre all’attenzione del presidente della Repubblica a cui spetta l’ultima parola ed ha aggiunto che non esiste comune sciolto per infiltrazione mafiosa che non “goda del consenso” a quello che viene considerato il metodo mafioso per eccellenza e cioè il voto di scambio per piccoli e grandi favori.
Il linguaggio a cui siamo abituati da sempre:
“Se mi voti ti prometto che”, “ il mio bacino di voti è”, “avrete il mio voto, i nostri voti solo se”, “siamo noi la risposta alla soluzione dei vostri problemi, dateci fiducia.”
Proviamo a utilizzare un altro linguaggio:
“Io politico non ti prometto proprio niente”, “non ho soluzioni preconfezionate”, “questi sono i problemi da risolvere, non li potremo risolvere tutti” “individuiamo insieme a quali dare priorità”, “chiedo a voi cittadini di impegnarvi attivamente ad aiutarmi a trovare le soluzioni per il bene di tutti”.
E noi. “Io cittadino mi impegno a fare la mia parte, prima di ogni cosa a fare il mio dovere di custode del bene comune e vigilerò affinchè l’amministrazione operi per il bene di tutti e non di una sola parte”.
E’ in questa relazione tra futuri amministratori e cittadini che ci si riscatta dall’onta di mafiosità, è in questa relazione che si differenzia la buona dalla cattiva amministrazione.
Ne abbiamo proprio bisogno se vogliamo che qualcosa cambi.
Almerina Raimondi
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