Emiliano a Manduria: la politica che non ci piace | © n.c.
Leggo con sorpresa, ma neanche tanto, che domani sarà a Manduria l’onnivoro presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nell’ambito di un incontro elettorale in cui sarà presentato il libro del giornalista antimafia Paolo Borrometi.
Al netto dell’autore, che da buon ospite non può certo sindacare la pietanza che gli viene offerta, trovo veramente stucchevole una formazione “parapartitica” che sta per presentarsi in pompa magna alle prossime elezioni comunali, inviti ed accolga, come se nulla fosse, un presidente che ha fatto carne di porco delle istanze e delle richieste della popolazione manduriana nella vicenda del depuratore. Obiettare che sono due cose diverse, è come dire che si può invitare chiunque, in qualunque contesto, purchè si presenti con la faccia giusta: domani Emiliano sarà l’accorato paladino della società civile che lotta contro la mafia cattiva. Già sento scrosciare applausi, per cui Emiliano non sarà più colui che mentiva dicendo di non sapere nulla dell’inizio dei cantieri di Urmo Belsito con l’impiego dei celerini, quello che “per caso” si trovava con telecamera ed operatore già pronti, a rispondere alla Romina Power in diretta da Mara Venier; quello che mi chiamava (ma aveva sbagliato numero), pretendendo di essere presente da Giletti (“se c’e’ anche la Power”); quello che alla compianta Nadia Toffa diceva “siamo andati sulla luna possiamo anche evitare lo scarico a mare” e abbiamo visto come sta andando a finire.
Di fronte alla negazione di qualsiasi vera interlocuzione con le popolazione interessate (lecchini e portaborse a parte), di fronte all’imposizione da stato di polizia sudamericano di un progetto paramafioso come il depuratore consortile ‘Sava-Manduria’, di fronte al rifiuto di Aqp e compari istituzionali di anche solo consegnare un atto dovuto a fronte di decine di richieste di accesso agli atti, si consente domani al principale protagonista e responsabile di questo insulto alla democrazia (quella vera, quella sostanziale), di imbiancare il proprio sepolcro presentandosi come paladino della legalità.Certo, la sala consiliare di Manduria non è il residence “Albatros” di Castellaneta dove, in occasione dell’ultimo suo compleanno, il presidente si è sparato le ennesime pose democratiche con un parterre di giornalisti “a la page”: la sala consiliare non è, come quello stabilimento, sotto sequestro per ...scarichi abusivi dei reflui(!). Ma chi ben comincia!
Francesco Di Lauro
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