Chissà come la conobbi quella ragazza. Era di una maturità straordinaria e parlavo di tutto con lei; le chiedevo consigli. Si avvicinava a grandi passi il momento del militare di leva: dovevo farlo! Perché non farlo bene? Le confidai che mi stava frullando in testa l’idea di arruolarmi e lei mi chiese il perché. Voleva sapere se avevo motivi veri per farlo. Quando ebbe indagato per bene col suo fare angelico, mi disse che quello era il mio futuro e vedeva che lo desideravo con tutto il cuore. Le chiesi se mi avrebbe spettato gli anni che ci sarebbero voluti per sposarla, e lei mi disse che mi avrebbe aspettato anche a vita. Le dissi anche che amavo il mio mestiere di artigiano edile, ma lei mi disse che amavo di più la divisa. Il nonno, ex generale della Repubblica Sociale, mi portò argomenti che mi convinsero definitivamente. Aveva forti amicizie nei quadri militari e mi chiese se volevo la raccomandazione. Gli chiesi di lasciarmi fare da solo, ma non mi ascoltò. Nonnino, tu non mi vedesti mai in quella divisa da sergente! Andasti via prima.
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