Lunedì, 14 Luglio 2025

Il miniracconto

La libera uscita

La libera uscita La libera uscita | © n.c.

E finalmente si poteva andare in libera uscita. Gli allievi avevano un cartoncino blu con il timbro della loro compagnia, a cui dovevano accludere sempre la carta d’identità. Per le prime volte fu obbligatorio uscire in divisa. Serviva ad acquisire l’orgoglio di quello che si stava facendo. Si chiedeva a Metello, il vecchietto in fondo alla discesa, in quale cinema davano il miglior film, quale era la trattoria in cui mangiare una bistecca senza essere avvelenati, dove comprare un buon libro. Nino andava sempre in Piazza del Papato a mangiare gli spaghetti, che il buon Santino cucinava con maestria. Per le sue letture invece andava in via delle Sapienza. La libreria Quatrini aveva letture per tutti i gusti. In giro c’erano anche gli avieri. Quindi non c’era solo la SAS a Viterbo? Nelle vie verso nord, quelle che portavano a Vetralla, si incontravano militari col basco blu. Nino non era tranquillo quando si trovava in mezzo a quelli. Lui era un odiato “firmaiolo” e… Ma arrivava la ronda e tutto filava su giusti binari, senza incidenti strani.

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