Nino stava per finire il contratto di locazione e il padrone aveva detto che non glielo avrebbe rinnovato: bisognava trovare una nuova sistemazione. Nella sua ricerca di una nuova casa arrivò in via Tale numero uno, che gli avevano indicato come casa da affittare. Chiese alla padrona della casa confinante se conosceva la padrona di quella casa, e lei rispose che non si affittava. Nino comunque rintracciò la padrona di quella casa e si: era in affitto. Quando ebbe le chiavi si accorse che nella prima stanza la confinante aveva ammassato masserizie. Nino andò dalla padrona e la pregò di fare sgomberare quella stanza, perché lui avrebbe pagato per l’intera casa. La vicina, con fare angelico, disse che ci era rimasta male. Disse che Nino questa mala azione se la sarebbe potuta risparmiare, ma finse una amicizia a cui non credeva nessuno. Nino aveva il cane; la padrona lo sapeva e l’accettava. La vicina andò a dirle che il cane doveva sparire oppure… Ma continuava a professare amicizia, con una faccia d’angelo e l’altra demoniaca.
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