Qualche mese fa qualunque cittadino scontento manifestasse il proprio dissenso per l’andazzo generale o lamentasse un disservizio, veniva additato come lagnoso, negativo e disfattista, incapace di fare il proprio dovere e buono solo a lamentarsi; oggi invece a destra e manca tutti si accorgono che qualcosa non quadra e proprio chi ha sempre sostenuto che la colpa fosse dei cittadini privi di senso civico, comincia ad accusare disservizi amministrativi che prima non notavano.
Nessuno, invece, parla di come si sia giunti a questo stato di cose ma poiché è risaputo che ogni cosa ha un perché, cerchiamo di capire. Come mai solo ora tante cose non vanno e tutti vedono disastri? È inevitabile essere giunti a questo stato, inevitabile laddove chi amministra la cosa pubblica fa passare i diritti dei cittadini come favori e concede favori invece di intraprendere un procedimento burocratico che legalmente e legittimamente concederebbe diritti senza sorvolare sui doveri oppure senza pesare sulle tasche dei contribuenti onesti. Peccato che tutti coloro che hanno in modo diretto o indiretto avuto un ruolo con le passate gestioni della cosa pubblica non ci abbiano mai pensato quando potevano farlo e se ne rendono conto solo ora che comincia la campagna elettorale.
Manca il senso civico, ma anche un buon esempio di impegno civile. Troppi show in questo paese pieno di prime donne e numeri sensazionali, ma pochi fatti concreti.
Piantare un fiore mentre brucia un bosco, lavarsi la faccia mentre inaridisce la terra, bere un bicchiere di vino mentre muore un vigneto. Cosa resterà della nostra città dopo gli applausi e le passerelle?
Tiziana Brunetti
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