Le violenze subite dal Antonio Stano sono diventate fonte di speculazione mediatica e politica.Sacerdoti, singoli cittadini, insegnanti, amici, parenti e famigliari, tutti infilati nel tubo catodico e passati al tritatutto mediatico. Pare che l’Italia sia in perenne ricerca di fatti delittuosi per poter finalmente concedersi un bagno collettivo di espiazione dai vizi e dai tanti peccati nazionali.
La condanna è unanime, chi mai potrebbe prendere la difesa degli “orfanelli”? Si dice che alle responsabilità dei reati ci penseranno i giudici, ma nel frattempo i mass media fanno diventare gli italiani tutti giudici, spettacolarizzano ogni notizia e ogni particolare, espandono le accuse e i colpevoli, si perde di vista il vero problema sociale e educativo e si antepongono gli aspetti scandalistici alla ricerca seria delle cause. E a ben osservare alla fine c’è un filo nero che porta a un unico obiettivo: rivendicare l’aggravamento delle pene, dare pene esemplari. E’ il modo più inconcludente per affrontare il fenomeno, ma anche il più sbrigativo e il più redditizio per la politica. I soggetti che come al solito sono più sensibili a questa argomentazione sono gli esponenti del centro destra come dimostra la calata dell’On.Meloni a Manduria: produce facile propaganda e fa guadagnare tanti voti. Attenti Manduriani, siamo diventati negativamente famosi perchè serviamo a un disegno politico: l’indurimento delle pene e la giustificazione della giustizia fai da sé. Ovviamente si esprime dispiacere per chi è debole e non è in grado difendersi come il sig. Antonio, ma questo è il caso giusto che fa da esempio. Invece che lavorare su come superare la cultura e il modello incivile delle discriminazioni si punta alle speculazioni. In questo modo si assolvono gli adulti, i veri protagonisti della trasmissione dei valori negativi agli adolescenti, coloro che non offrono luoghi di socializzazione ai giovani, che non collaborano con la scuola anzi la prevaricano, che danno esempio continuo di autoreferenza e di autoassoluzione dalle proprie responsabilità, vantandosi delle impunibilità, facendo prevalere la prevaricazione al rispetto dei diritti.
Ciò che stiamo vivendo richiede risposte decise ma anche in grado di far crescere una nuova cultura della tolleranza, del rispetto della diversità e del disagio che non sono aspetti da disprezzare e di cui vergognarsi ma da valorizzare e difendere come momenti di crescita per l’intera società.
Totò Piccinni
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