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L'8 marzo ricordando le mutilazioni femminili

L L'8 marzo ricordando le mutilazioni femminili | © n.c.

8 marzo, da tempo purtroppo non posso più partecipare a manifestazioni e cortei, ma pazienza. Non l’ho mai considerato un giorno da celebrare. E’ un giorno da utilizzare, per fare qualcosa, oltre a quello che facciamo ogni giorno, per i diritti delle donne. Soprattutto, sembra ovvio ma è bene ribadirlo, per le donne che di diritti ne hanno pochi pochi, o non ne hanno affatto.

Per molti anni della mia vita ho lavorato con/per queste donne, ora lo fa mia figlia: come descrivere l’orgoglio? Lei è più brava, perché non solo conosce i problemi e come affrontarli, ma ha anche l’arma delle sue competenze specifiche di laureata al Dams.

Una volta, per raggiungere le donne africane più povere, che raramente sanno leggere, si puntava sui fumetti, sulla radio, molto ascoltata, e sulla televisione, meno diffusa al di fuori delle città. Oggi c’è uno strumento straordinariamente efficace, soprattutto se ci si rivolge ai giovani: lo smartphone, utilizzabile ovunque, con la possibilità di caricare video e farli girare. Mia figlia ha lavorato a un progetto di formazione di ragazze di vari paesi africani per la produzione di video di breve e media durata sul tema della lotta alle mutilazioni dei genitali femminili.

Uno di questi video è stato accettato in concorso nella sezione cortometraggi del “Fespaco”, il festival cinematografico panafricano di Ouagadougou, il più importante del continente.

Domenica 3 marzo c’è stata la premiazione, ed ha vinto il primo premio! Un bellissimo 8 marzo.

Anna Schiavoni


Il film Against All Odds” a cui ha lavorato Valentina FAnelli, figlia della manduriana Anna Schiavoni, ha vinto il primo premio al FESPACO (Festival panafricano del cinema e della televisione che si tiene a Ouagadougou, in Burkina Faso), nella sezione dedicata ai cortometraggi. Nel documentario si racconta la vera storia di Charity, che all’età di 12 anni è stata la prima ragazza del suo villaggio a dire no alle mutilazioni genitali femminili.

Charity Reasian Nampaso che insieme ad Andrea Iannetta è anche la regista del film ringraziando, in occasione della premiazione, ha detto “questa è la mia storia e quella silenziata di milioni di donne che convivono con le MGF, io sono l’esempio del coraggio e della forza che hanno molte di queste donne e ragazze; noi combattiamo per i nostri diritti e per quelli di tutte le donne, io sono una voce, tu puoi essere una voce, insieme possiamo porre fine alle MGF e alla violenza di genere“.

Il film è stato realizzato nell’ambito del progetto “Costruire ponti tra Africa ed Europa per fermare le mutilazioni genitali femminili (MGF)”, coordinato da AIDOS e sostenuto dal Programma congiunto UNFPA/UNICEF sulle MGF

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