Giovedì, 3 Luglio 2025

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Non siamo un popolo di santi

Non siamo un popolo di santi Non siamo un popolo di santi | © n.c.

Vorrei provare a dare una notizia sconvolgente al Paese. Sedetevi perché è proprio brutta brutta. Ma va detta. Pronti? Eccola: non siamo un popolo di santi.

Eh lo so, è dura. Non ve l’aspettavate proprio. Siete spiazzati. Qualcuno ha avuto un mancamento. Ma è così.

Il governo ci dice dalla mattina alla sera che siamo tutti buoni, tutti angeli, tutti lavoratori instancabili, padri esemplari, mariti irreprensibili e salutiamo sempre e che se le cose non ci vanno tanto bene è colpa di qualcun altro che proprio ce l’ha con noi.

Ma no, i burocrati europei non si alzano la mattina col pensiero di mandare all’aria i nostri conti. Anche perché ce la facciamo benissimo da soli.

Siamo noi a evadere ogni anno centinaia di miliardi di euro di tasse. Milioni di ladri italiani che si fanno pagare le tasse da milioni di italiani stronzi che le versano per due.

Eh sì lo so, il governo vi ha spiegato che gli evasori italiani non esistono. Sono persone che hanno solo sbagliato a fare la dichiarazione dei redditi. O sono tutti “evasori di necessità”. Ci sono costretti. Nella retorica del governo il libero professionista che non rilascia fattura per comprarsi la barca non esiste. E’ solo frutto della fantasia perversa dei comunisti.

Ma le cose non stanno proprio così. Siamo noi a evadere troppo e sono i governi a spendere troppo male e a tagliare peggio. Non c’entra l’Europa. Sarebbe bello, lo so. Ma non c’entra.

Sono italiani - sì, quelli di “prima gli italiani” - a evadere miliardi di tasse e farsele pagare soprattutto dagli altri, sono italiani a corrompere e a farsi corrompere facendo salire i prezzi degli appalti, a buttare i rifiuti nelle campagne, a fingersi invalidi rubando soldi ai veri invalidi, a truffare le assicurazioni truffando gli automobilisti onesti, a chiedere (si vabbé chiedere) il pizzo ai commercianti, a trafficare droga, ad alimentare le mafie, a lavorare in nero e far lavora in nero, a truffare i risparmiatori, a inquinare aria, terra e acqua, a devastare i nostri mari, a impoverire intere regioni dando ai clan miliardi di euro per avere un po’ di coca o di erba, a costruire abusivamente devastando tutto, e così via.

L’idea del complotto dell’Europa e dei mercati contro l’Italia ci fa comodo perché ci deresponsabilizza da tutto questo. Ci fa sentire vittime anziché carnefici dei nostri stessi connazionali. Anziché artefici del nostro destino, come gli altri popoli. Meglio fare le vittime. E acclamare i politici che ci spiegano come siamo tutti vittime di “altri”, degli immigrati, dei burocrati europei, dei governi stranieri, delle banche, delle letterine.

E’ più comodo così, che guardare in faccia la realtà. Che sta lì nello specchio.

Emilio Mola

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