Un comandante come l’ingegnere Cesareo che porta al bar i suoi uomini di ritorno da un intervento per offrirgli un caffè. Il barista che si sbraccia affinché ti fermi perché è tutto il giorno che ti vede fare avanti e dietro con 40 gradi all’ombra e vuole offrirti un caffè. Bambini che non conosci nemmeno ma che ti portano la torta di compleanno in caserma perché vogliono condividere la loro festa con te. La nonnina che ti vede fare la spesa al supermercato e ti chiede “ma perché, non vi fanno da mangiare? Dovete cucinarvi da soli? E se vi chiamano per intervenire?” E tu: “si signora e se ci chiamano saltiamo il pranzo, mangiamo quando torniamo a casa tra 12 ore”; e poi te la rivedi il giorno dopo, davanti al cancello della caserma che ti porta le orecchiette fatte in casa.
Sarà che noi vigili del fuoco non siamo pagati come dovremmo, che non abbiamo la previdenza complementare, ma quando ti fermi un attimo al bar a prendere un caffé, la gente non vede un fannullone, ma semplicemente una persona a cui dimostrare anche con un saluto, una parola o un piccolo gesto, quanto la gente ami, stime e rispetti i vigili del fuoco. Sono piccole grandi soddisfazioni che pochi lavori offrono.
Valentino Prezzemolo
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