Venerdì, 3 Maggio 2024

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Taranto alla Basilicata, uUna consultazione popolare per riappropriarsi del passato

Taranto alla Basilicata, uUna consultazione popolare per riappropriarsi del passato Taranto alla Basilicata, uUna consultazione popolare per riappropriarsi del passato | © n.c.

Ho letto recentemente di una possibile consultazione popolare per decidere sulla volontà della provincia di Taranto di lasciare la regione Puglia per entrare a far parte della regione Lucania, con lo scopo di mettere insieme due realtà, che 2500 anni fa sono state parte rilevante della Magna Grecia, e riscoprire oggi le comuni radici culturali, da cui trarre le esperienze che potrebbero vivificare il presente. Un’operazione interessante che induce a fare qualche considerazione.

1La Magna Grecia costituitasi nel VI secolo a. C. non comprendeva solo Saturo, Taranto e, in Lucania,Metaponto, Heraclea, Sibari, Elea, ma anche tante altre città della Calabria, come Crotone, Locri e Reggio e, in Campania, Paestum, Pompei, Napoli, Cuma e Pithikussai ( Ischia ).

Questione: senza contare che i Lucani non grecizzati furono acerrimi nemici di Taranto, il comune legame culturale magno greco dovrebbe interessare anche le altre regioni? O non sarebbe più interessante parlare di un consorzio di Comuni legati da quella cultura ed oggi impegnati a riscoprirla per metterne a conoscenza le popolazioni tenute in ostaggio dell’ignoranza?

2 Immagino che al referendum per il passaggio di Taranto alla regione Lucania sarebbero chiamati al voto i cittadini tarantini o, al massimo, quelli di S. Giorgio e di qualche altra cittadina viciniore. Sarebbero da escludere tutte le città della provincia di Taranto di area peuceta, come Martina, Massafra, Laterza e Ginosa, che con la Magna Grecia non ebbero nulla da spartire; come dovrebbero essere escluse tutte le città della provincia di Taranto di area messapica, come Manduria, Grottaglie, Lizzano, Carosino, Avetrana, Sava, Maruggio e Torricella.

Vale la pena qui ricordare che proprio la provincia di Taranto, circa vent’anni fa, allargandosi un po’ troppo e grazie all’avallo di soggetti incolti, fece installare nel territorio di Manduria numerosi cartelloni che pubblicizzano Manduria come città della Magna Grecia, dimostrando di non avere cognizione dell’entità delle due nazioni, Messapia e Magna Grecia, appunto.

Questione: se qualcosa va pensato per il futuro, bisogna stare accorti a non creare problemi anziché risolverli, perché l’ignoranza è diffusa e persistente e spesso è avallata da una politica squalificata; la nascita della provincia di Taranto nel 1923 insegna, perché in quella occasione fu fatto un accorpamento innaturale rispetto alle caratteristiche culturali delle città che la costituirono; la recente formazione della BAT conferma.

Certo, se ben impostato, il referendum che interessa Taranto potrebbe agevolare la ricomposizione della provincia del grande Salento, da Ostuni a S. Maria di Luca, per rimettere insieme realtà culturali e interessi comuni.

Rimane il fatto che, comunque, il ricorso al referendum per risolvere le grandi questioni, una volta tanto coinvolgerebbe la volontà popolare, così spesso esclusa quando l’interesse dominante è soprattutto di natura economica e serve a muovere masse enormi di denaro.

Pietro Brunetti

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