La caccia al vaccino antinfluenzale nelle farmacie della provincia di Taranto, iniziata già a settembre, è destinata a fallire per indisponibilità del prodotto. Per una serie di ragioni di natura burocratica e organizzativa, quest’anno nessuna farmacia della provincia ionica e di tutta la regione Puglia, potrà soddisfare le già numerosissime richieste dei clienti. La mancata fornitura è stata comunicata ai rappresentanti territoriali della categoria nel corso di una riunione avuta l’altro ieri a Bari con il direttore del Dipartimento dell’Ufficio politico del farmaco, Vito Montanaro.
A spiegare i motivi ci prova il presidente dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Taranto, Francesco Settembrini. «Quest’anno le regioni italiane – spiega – si sono accaparrate tutte le scorte delle case produttrici, acquistando il 95% della disponibilità, lasciando le farmacie territoriali all’asciutto». Chi vorrà vaccinarsi dovrà rivolgersi ai propri medici curanti ai quali il vaccino non mancherà perchè fornito dalla Asl. «Ma saranno oberati di lavoro in considerazione dell’aumento della domanda dovuta al timore del Covid che ha fatto cadere le barriere psicologiche di chi era ostile ai vaccini», spiega Settembrini che con la sua categoria sarebbe stato ben disposto anche a distribuire gratuitamente il prodotto. «Non si dica che è una questione di guadagno – prosegue il farmacista –, ma l’avremmo fatto volentieri anche dare un servizio alla popolazione e offrire risposte ai nostri numerosi clienti che quest’anno come non mai ci stanno invadendo di richieste e di prenotazioni iniziate già agli inizi di settembre». L’utenza a cui fa riferimento il presidente dell’Ordine è quella della cosiddetta «popolazione attiva», compresa nella fascia d’età tra i 18 e i 59 anni e quindi non obbligata alla vaccinazione. Negli anni precedenti, sarebbe bastato recarsi dal proprio farmacista per acquistare il farmaco e coprirsi dal rischio dell’influenza pagando un prezzo tra i 15 e i venti euro. Quest’anno, per la prima volta, chi lo vorrà, dovrà rivolgersi esclusivamente al proprio medico a cui la Asl di appartenenza fornirà (come sta già fornendo) le confezioni di vaccino.
«Impossibile, attualmente, trovare una soluzione; a pensarci prima, magari, si sarebbe potuto fare qualcosa», fa sapere ancora il dottor Settembrini che svela il «pasticcio». «La Regione Puglia ha acquistato le dosi prodotte in confezione plurime destinate all’uso esclusivo ospedaliero; tali confezioni - spiega ancora l’addetto ai lavori –, non possono essere commercializzate dalle farmacie che devono vendere solo confezioni singole». Problema insormontabile? «Se ci avessero pensato prima, si sarebbe trovata una soluzione, ma ora è troppo tardi», dichiara il presidente Settembrini alzando le spalle. Un pastrocchio all’italiana, insomma, a cui la Regione Puglia non ha contribuito ad appianare. «Alcune regioni italiane come Lazio e Lombardia sono state lungimiranti pensandoci in tempo, tante altre come la Puglia, invece, no; eppure - conclude il presidente Settembrini - già a luglio la nostra categoria aveva avvertito il Ministero che ci sarebbe stata la rincorsa al vaccino, ma non siamo stati ascoltati».
Nazareno Dinoi
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1 commento
Gian Piero
ven 23 ottobre 2020 10:03 rispondi a Gian PieroUna nazione seria , già questo disguido avrebbe messo alla porta Vito Montanaro